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Subgenere Sigmatopetalum
Sezione Punctatum
Paphiopedilum tonsum (Reichb.) Stein
Sezione Punctatum
Specie originaria di Sumatra, descritta nel 1883.
La pianta ha foglie tassellate di una ventina di cm, uno stelo piuttosto lungo (fino a 35
cm) ed un fiore singolo, con sepalo bianco/rosato a striature verdi e porpora,
labelloverde sfumato di marrone, petali verdi, striati di marrone con evidenti
punteggiature porpora. Esistono diverse forme che variano per l'intensità del colore.
In natura cresce a quote dai 600 ai 1200 metri, terrestre in foreste sempre piuttosto
umide, dove lo strato di humus e detriti raggiunge anche i
60cm. Richiede temperature medie e solo un breve e non particolarmente duro periodo di
riposo in inverno.
Paphiopedilum tonsum var. braemii (Mohr) Gruss
Sezione Punctatum
Nel 1989 è stata scoperta questa pianta, affine al tonsum, inizialmente descritta come
specie ma velocemente riportata allo stato di varietà. Le dimensioni generali della
pianta sono più piccole ed anche il fiore è leggermente più minuto. Il sepalo dorsale
è più slanciato, così come i petali che presentano una forma leggermente differente.
Anche il labello è leggermente differente come forma e di dimensioni proporzionalmente
più piccole, tuttavia lo staminodio è praticamete identico. Pare tuttavia che tra questa
e la forma tipo del tonsum esistano tutta una serie di tipologie intermedie, per cui è
difficile stabilire un netto confine.
Sezioni Planipetalum e Sigmatopetalum
Paphiopedilum sukhakulii Schoser &
Senghas
Sezione Planipetalum
Specie inconfondibile, molto robusta e prolifica scoperta nel 1964.
Nella loro descrizione del 1965, Schoser e Senghas fecero subito rilevare la vicinanza di
questa specie al P. wardii, dal quale si
distingue per la mancanza di colorazione viola nella pagina inferiore delle foglie, i
petali portati più orizzontali e che non hanno il tipico leggero incurvamento verso
l'alto del wardii. I fiori sono abbastanza grandi, sul verde, sepalo dorsale
piccolo, bianco, con strisce verdi, petali abbastanza larghi solitamente maculati di
porpora, labello appuntito, verde con nervature più scure spesso sfumato sul marrone. E'
conosciuta una varietà 'aurea' dai fiori completamente gialli ed una 'alba' dai fiori
verdi.
In natura riceve un breve periodo di riposo invernale semi asciutto e con temperature che
scendono sotto i 10°, periodo che stimola la fioritura. In coltivazione non è
strettamente necessario e se tenuto a temperature medie cresce facilmente e si moltiplica
velocemente, arrivando a fare due fioriture all'anno o ogni qual volta il getto giunga a
maturazione.
Pur essendo una specie
introdotta abbastanza recentemente si è subito intuito la sua grande potenzialità come
genitore di ibridi, sia per i bei fiori che per la sua innata vigorosità. E' stato da
subito ibridato sia con specie 'simili', del sottogenere Barbata, come P. barbatum
(Paph. New Era, 1970), P. lawrenceanum (Paph. Chiara, 1976), P. callosum
(Paph. Montagnard, 1975), che con gli ibridi tipo 'Maudie', che con altre specie dalle
differenze più marcate come P. delenatii (Paph. Quasimodo, 1974), P.
fairrieanum (Paph. Papa Rohl, 1972), P. philippinense (Paph. Recovery, 1974).
Tra i più belli si distingue il P. Iantha Stage (x rothschildianum, 1973), molto
robusto e fiorifero, che porta due/tre fiori dal bel labello rosso, sepalo bianco striato
di amaranto e larghi petali punteggiati di porpora.
Tra l'altro, la scoperta piuttosto recente di piante di P. philippinense var. alba
e var. aurea (rispettivamenti verde e gialla), ha permesso di riprovare ad effettuare il
P. Recovery utilizzando queste nuove varietà per ottenere fiori verdi o gialli, fiori che
vedremo entro pochi anni.
La scoperta di questa specie fece sensazione all'epoca, tanto da risvegliare un grande
interesse per le specie botaniche di Paphiopedilum in generale, in un
periodo in cui l'attenzione era focalizzata dai grandi e pesanti ibridi complessi. Dopo
decine d'anni monopolizzati da questi vistosissimi fiori, l'attenzione si spostò
nuovamente sulle specie, forse meno vistose, ma assai più particolari, tralasciando però
il subgenere paphiopedilum le cui piante ricordavano oramai troppo delle "brutte
copie" delle moltitudini di ibridi visti fino ad allora.
Paphiopedilum wardii Summerh.
Sezione Planipetalum
Questa specie piuttosto rara è stata scoperta negli anni venti in Burma dove cresce in
dense foreste tra i 1200 e i 1500 metri. In coltivazione vuole temperature medio
fresche, senza far mai asciugare il composto.
Al momento il suo status di specie è alquanto controverso. Infatti la scoperta del P.
sukhakulii ha dato adito alla possibilità che P. wardii sia ibrido tra quest'ultima
specie ed il P. venustum.
Koopowitz afferma tuttavia che l'ibrido P. Double Deception (venustum x sukhakulii)
ha ben poche somiglianze con il wardii.
Cribb, per conto suo fa notare le affinità con il sukhakulii e dice che l'una
potrebbe essere sottospecie dell'altra pur conservando il rango di specie per entrambe
(insomma, non si sbilancia).
Paphiopedilum venustum (Wall.) Pfitzer ex Stein
Sez. Sigmatopetalum
Syn. Paphiopedilum pardinum (Reichb. f.) Pfitzer
La prima specie di Paphiopedilum ad essere stata descritta, introdotta in Europa e
coltivata, questa pianta ha foglie molto belle, con la superficie superiore tassellata di
verde molto scuro e molto chiaro, con la pagina inferiore porpora scuro. Il fiore, non
grandissimo (circa 7/8 cm) è tuttavia molto vistoso, con il sepalo bianco striato di
verde, petali sfumati in rosa con striature verdi/porpora e macchie porpora ed un
incredibile labello rosa con una fitta venatura di colore verde intenso.
In natura cresce sulle pendici meridionali della catena himalayana, in Assam e Sikkim, tra
i 900 e i 1500 metri di altitudine, in fitte giungle e boschi di bambù.
L'estate è molto piovosa e calda, con temperature massime che si aggirano sui 30° e
minime sui 18°, mentre in inverno le temperature scendo ai 20 diurni e i 5/10° notturni.
In inverno inoltre le piogge diminuiscono molto in frequenza, tuttavia l'umidità è
assicurata da una persistente coltre di nebbie.
In coltivazione quindi non va mai fatto asciugare il composto, tenendolo in atmosfera
umida ma ben ventilata, piuttosto fresca (più della maggior parte dei paphiopedilum a
foglie tassellate) richiedendo più o meno le stesse condizioni dell'insigne.
La varietà albina si presenta con petali e labello dallo sfondo giallo brillante.
Questa specie è stata molto usata per gli incroci ed ha dato origine a ben 26 ibridi
primari ed ad un'innumerevole numero di ibridi complessi.
P. tonsum var. braemii, P. wardii, P. wardii var. album: foto G. Farinelli,
coltivazione Riboni
P. sukhakulii 'Niisato Jumbo' e 'Maki's Happiness': foto T. Tanaka, coltivazione Tanaka
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