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Subgenere Sigmatopetalum
Sezione Barbata
Sezione divisa a sua volta da Braem in diverse sottosezioni (Barbata,
Chloraneura, Loripetalum, Planipetalum).
Paphiopedilum argus (Reichb. f.) Stein
Syn. Paphiopedilum sriwaniae Koop.
Sez. Barbata, sottosez. Barbata
Bella specie scoperta nel 1872 nell'isola di Luzon (Filippine). La pianta ha foglie
tassellate lunghe una quindicina di cm e larghe circa 4, e porta un lungo stelo (fino a 40
cm) con un fiore solitario di 7/8 cm.
Il fiore presenta un sepalo dorsale piuttosto appuntito, bianco con striature verdi e
porpora e numerosi puntini porpora che si dispongono soprattutto in sovrapposizione delle
striature.
I petali sono piuttosto larghi e ben distesi, verdi sfumati sul rosa, con nette striature
di verde più intenso anche questi punteggiati di porpora. Il labello rosato o marrone si
può presentare con sfumature verdi ed ha sempre un fitto reticolo di venature scure.
Preferisce in coltivazione temperature temperate/fresche, ed un breve periodo di riposo
invernale a temperature notturne sui 10° (ma in natura arrivano anche a 5°) con minori
innaffiature, che serve a stimolare la fioritura. D'estate però le temperature possono
arrivare tranquillamente sui 30 e oltre gradi. Questa specie gradisce condizioni di luce
leggermente superiori alla media di questo gruppo.
Curiosa è l'etimologia del nome. Infatti l'intensa punteggiatura porpora ha fatto pensare
ad Argo, che era un mostro della mitologia greca, il quale, a causa dei suoi cento occhi,
poteva vedere in ogni direzione.
Barbatum/callosum/lawrenceanum
Tre specie molto simili tra loro. Tutte e tre hanno un sepalo dorsale
abbastanza largo con numerose striature scure su fondo bianco, solitamente verdi alla base
e viranti sul porpora scuro procedendo verso l'apice. I petali presentano un fondo che dal
verde sfuma al porpora e presentano diverse "papille" scure soprattutto sui
bordi. Hanno il labello di colore rosa-marrone, a volte con sfumature verdi.
Si riconoscono , oltre che per leggere differenze dello staminodio, per
l'inclinazione dei petali: Il lawrenceanum li ha orizzontali, il barbatum
leggermente inclinati ed il callosum inclinati di circa 45°. Pur simili l'una a
l'altra sono tutte e tre molto usate per le ibridazioni, anche tra di loro, per ottenere
sia ibridi tipo 'Maudie' sia ibridi tipo 'vinicolor'.
Paphiopedilum barbatum (Lindl.) Pfitzer
Sez. Barbata, sottosez. Barbata
Il P. barbatum ha snelle foglie tassellate, tra i dieci e i venti cm di lunghezza e
tra i 2 e i 3 di larghezza.
Porta uno o occasionalmente due fiori di circa 8 cm su steli alti circa 25 cm. Scoperto
nella penisola Malese nel 1840, è fiorito in europa per la prima volta l'anno successivo.
Cresce a quote dai 700 ai 1200 metri, a temperature da fresche a medie, terrestre in dense
foreste dove riceve poca luce. Se ben coltivato (attenzione agli eccessi di sali nel
composto) si moltiplica facilmente facendo diversi getti ogni anno. Come è stato detto
prima, è piuttosto difficile distinguerlo ad occhio dalle specie vicine, in particolare
dal P. callosum, anche per via di forme intermedie tra le due specie, soprattutto come
forma e dimensioni del fiore. In questo caso ci è di grande aiuto lo staminodio, che nel P.
barbatum è più largo che alto ed ha un 'dente' centrale ben sviluppato ed i denti
laterali che puntano verso l'esterno od al massimo verso il basso. Altra caratteristica
peculiare del P. barbatum sono le ciglia sui 'corni' del labello. I petali
inoltre, solitamente diritti, si abbassano fino a circa metà altezza rispetto al labello
stesso.
Il P. barbatum ha due record: è stato uno dei genitori del primo ibrido di
paphiopedilum creato (x villosum = P. Harrisianum) ed uno dei genitori del primo
ibrido di paphiopedilum premiato, il P. Selligerum (barbatum x philippinense)
che nel 1876 ricevette un FCC/RHS.
Paphiopedilum callosum (Reichb. f.) Stein
Sez. Barbata, sottosez. Barbata
Syn: Paphiopedilum birkii Birk
Paphiopedilum sublaeve (Reichb. f.) Fowlie
Paphiopedilum thailandense Fowlie
Similissimo al barbatum è solo di dimensioni leggermente minori ed ha i petali più
inclinati, oltre ad avere uno stelo generalmente più alto . E' una delle specie più
comuni in coltivazione tra i Paphiopedilum, anche perché è di facile coltivazione,
robusta, di crescita veloce.
Originario di Thailandia, Cambogia e Indocina, ha più o meno lo stesso habitat del P.
barbatum anche se preferisce temperature leggermente più alte. La pianta emette
numerosi nuovi getti ogni anno. Il P. callosum albino (var. sanderae),
incrociato con il P. lawrenceanum albino (var. hyeanum) ha dato origine al P.
Maudie, una delle orchidee più famose e premiate.
Esistono poi una mezza infinità di forme intermedie tra questa specie, il barbatum ed il
lawrenceanum
. come il subleave, il thailandense, il birkii, lo
schmidtianum, che possono essere comprese nel concetto di callosum o considerarsi
varietà della specie.
I petali si allungano verso il basso, generalmente descrivendo una leggera curva con la
concavità verso l'alto, ed arrivano come altezza quasi alla punta del labello. Lo
staminodio, più alto che largo e con forma leggermente trapezioidale, è quasi privo del
dente centrale ed i denti laterali hanno solitamente le punte rivolte all'interno.
Rispetto al P. barbatum ha anche un sepalo dorsale proporzionalmente più grande e
più rotondeggiante.
Una specie thailandese descritta pochi anni fa sul n° 5 di Caesiana (rivista
dell'A.I.O.), P. potentianum Gruss & Roeth, merita una discussione più
approfondita. Cribb la liquida velocemente come ennesima varietà di callosum,
Gruss & Roeth, pur descrivendola come specie, si riservano il dubbio che possa essere
un ibrido tra callosum ed un'altra sconosciuta specie. Le poche foto che ho visto
inquadrano un fiore con un sepalo bianco a strisce esclusivamente verdi, con petali solo
leggermente inclinati, piuttosto larghi, privi delle caratteristiche papille
"pelose" che il callosum ha ai bordi superiori. Insomma, può anche
essere considerata come varietà di P. callosum, ma molto particolare.
Paphiopedilum lawrenceanum (Reichb. f.) Pfitzer
Sez. Barbata, sottosez. Barbata
Syn. Paphiopedilum barbatum subsp. lawrenceanum (Reichb. f) M.W. Wood
Specie molto vicina a P. callosum e P. barbatum anche se di dimensioni
leggermente maggiori delle due specie precedenti.
Infatti la pianta ha foglie lunghe tra i 20 e i 25 cm e larghe circa 5. Anche questa
specie fa normalmente un fiore, raramente due, sui 10 cm, con sepalo dorsale ampio come in
P. callosum ma petali portati orizzontali o quasi. Lo staminodio è simile a quello
di P. barbatum, ma i 'corni' inferiori puntano verso l'interno.
Diversamente da callosum e barbatum che vivono nella zona continentale, il P. lawrenceanum
proviene dalla regione del Sabah, in Borneo.
In coltivazione preferisce una buona luminosità, temperature medie, con un breve periodo
di temperature più basse che stimolano la fioritura.
Anche per questa specie, come per il P. callosum, esistono numerose forme
che si avvicinano per forma e dimensioni alle altre del complesso.
Il P. nigritum, considerato di volta in volta come specie o come varietà di
questa specie, potrebbe essere un ibrido naturale tra P. lawrenceanum ed il P.
virens che vive nella stessa area.
Paphiopedilum fowliei Birk
Sez. Barbata, sottosez. Barbata
Syn. Paphiopedilum hennisianum var. fowliei (Birk) Cribb
Graziosa specie di piccole dimensioni (foglie lunghe sui 10 cm e larghe 2/3 cm). Pur
essendo stato scoperto nel 1924, la descrizione formale risale al 1979. Il P. fowliei
è affine all'hennisianum e, come questo, ha un sepalo dorsale appuntito, non molto
ampio in proporzione al labello, ma è immediatamente riconoscibile dal portamento dei
petali curvi, che partono orizzontali per poi inclinarsi verso il basso.
Il labello marrone con sfumature verdi presenta un reticolo di venature scure. In
coltivazione preferisce temperature calde, con un breve periodo di temperature più basse
(sui 15°) che stimolano la fioritura.
Paphiopedilum hennisianum (M. Wood) Fowlie
Sez. Barbata, sottosez. Barbata
Specie vicina al gruppo callosum/barbatum/lawrenceanum, ha il sepalo dorsale è
più appuntito e cuoriforme, con un minor numero di striature rispetto a queste specie.
I petali sono portati orizzontali, con fondo verde, striscie longitudinali scure e punte
rivolte all'indietro. Il labello è di colore marrone.
Braem considerava questa specie e l'affine P. fowliei come facenti parte del P.
lawrenceanum.
Il P. hennisianum, nativo delle Filippine, è stato introdotto in occidente in
tempi abbastanza recenti, nel 1969.
In coltivazione vuole annaffiature abbondanti per tutto l'anno, temperature medio/calde e
luce non troppo intensa. Non ha un periodo di fioritura ben definito, ma può fiorire in
qualsiasi momento dell'anno quando i getti giungono a maturazione.
Paphiopedilum purpuratum (Lindl.) Stein
Sez. Planipetalum (?)
Syn. Paphiopedilum sinicum (Hance ex Reich. f.) Stein
Questa specie con foglie corte (circa 12 cm) ma larghe anche 4/5 cm, porta uno stelo di
circa 20 cm con un fiore di 8/9 cm piuttosto grande per le dimensioni della pianta, con
sepalo dorsale bianco portante poche striature scure, spesso con bordi alterali rivolti
all'indietro, bellissimi petali orizzontali piuttosto larghi e labello solitamente
colorato di porpora intenso.
E' stato uno dei primi paphiopedilum ad essere portati in europa, nel 1836.
Essendo nativo di Honk Kong e della fascia costiera del Guangdong cinese, si trova adesso
in pericolo di estinzione, in quanto il territorio si è altamente antropizzato e, tra
insediamenti umani e coltivazioni, l'ambiente naturale rischia di scomparirre.
In natura vive più o meno litofita in pendii di rocce granitiche, ai piedi di grandi
alberi o in boschi di bambù.
Pur essendo stata inserita da Braem nella sezione Planipetalum, ho preferito metterla qui
in quanto 'a occhio' assomiglia di più alle specie di questa sezione.
P. acmodontum Schoser ex Wood
Sez. Barbata, sottosez. Chloroneura
Labello verde, panciuto, venato. Sepalo dorsale da bianco/verde ad amaranto variamente
sfumato, con evidenti strisce verdi/porpora.
I petali laterali sono abbastanza larghi, inizialmente verdi poi sfumati in rosa/porpora.
A occhio dà l'impressione di essere una sorta di "anello di congiunzione" tra
il gruppo "barbata" ed il gruppo "spathosepalum".
In coltivazione vuole luce abbondante, temperature medie ed un periodo di riposo invernale
per l'induzione alla fioritura.
Paphiopedilum schoseri Braem & H. Mohr.
Sez. Barbata, sottosez. Chloroneura (Loripetalum?)
Syn. Paphiopedilum bacanum Schoser & Deelder
Specie descritta in tempi abbastanza recenti, nel 1988, anche se probabilmente si trova in
coltivazione fin dal 1974 ed il primo a parlarne è stato Schoser nel 1978 chiamandolo P.
bacanum (dall'isola di Bacan nell'arcipelago delle Molucche dove questa specie è
endemica). La descrizione di Schoser tuttavia non è una pubblicazione valida, quindi il
nome lo da Braem quando descrive questa specie nel 1988 su Schlecteriana. Anche Braem
purtroppo ci mette del suo, e la descrizione della specie non è proprio
"accurata", potendo dar adito a dubbi. Infatti la descrizione fatta da Braem
& Mohr potrebbe ritenersi valida anche per altre specie. Koopowitz ritiene il P.
schoseri un ibrido naturale tra acmodontum e urbanianum o (meno
probabilmente) javanicum. Tuttavia la distanza che separa queste specie dall'isola
di Bacan è notevole ed (pur essendo possibile comunque un'origine ibridogena) è alquanto
improbabile che lo schoseri possa essere ibrido tra acmodontum e urbanianum
(entrambi delle Filippine) ne tantomeno tra acmodontum e javanicum
(quest'ultimo originario di Java, isole della Sonda e, se si include in questa specie
anche P. virens, Borneo).
Paphiopedilum javanicum (Reinw. ex Lindl.) Pfitzer
Sez. Barbata, sottosez. Chloroneura
Syn. Paphiopedilum purpurascens Fowlie
Paphiopedilum virens (Reichb. f.) Pfitzer
Una delle prime specie scoperte, è stata menzionata da Reinwardt nel 1829 anche se poi è
giunta in Europa nel 1840 ed è stata formalmente descritta solo nel 1850.
La pianta ha foglie tassellate di 20/25 cm e porta uno, raramente due fiori sul verde,
piuttosto grandi, sui dieci centimetri.
I fiori hanno il sepalo dorsale verde con striature solo un po' più scure.
I petali presentano alcune macchioline nel primo terzo della lughezza mentre la punta è
sfumata di rosa/porpora. Il labello è sempre del medesimo verde, con venature più scure
e solo delle sfumature sul marrone.
Va tenuto a temperature medie dando solo un leggero riposo invernale.
I P. virens e P. purpurascens che sono stati trovati nel Sabah e Sarawak,
un'habitat assai lontano da quello tipico del javanicum (Java e altre isole della Sonda),
sono abbastanza simili a questo da poter essere considerati, da alcuni autori come
varietà o come facenti parte della variabilità del javanicum.
Paphiopedilum urbanianum Fowlie
Sez. Barbata, sottosez. Chloroneura (Loripetalum?)
Bella specie con caratteristiche intermedie tra P. argus e P. purpuratum,
scoperta nel 1976 e descritta da Fowlie nel 1981.
Il sepalo dorsale presenta striature porpora su fondo bianchissimo, i petali inizialmente
giallo/verdi sfumano sul rosa e portano diverse macchie nella parte centrale e papille sui
bordi. Il labello è sfumato in verde e porpora con venature scure.
Vive in natura nelle Filippine a medie altitudini (400/700 metri) dove riceve temperature
medio/calde tutto l'anno tranne un breve periodo di circa un mese quando le temperature
scendono di circa 7/8° rispetto al normale.
Paphiopedilum dayanum (Lindl.) Stein
Sez. Barbata, sottosez. Loripetalum
Syn: Paphiopedilum petrie Reichb. f.
Paphiopedilum superbiens var. dayanum (Lindl.) Reichb. f.
Elegante specie originaria del monte Kinabalu nel Borneo, è stata scoperta nel 1860.
Le foglie sono normalmente tassellate anche se possonno essere di color verde chiaro con
solo qualche macchia di verde scuro.
L'alto stelo di 30 cm e oltre, porta un singolo fiore (raramente 2) di forma snella, largo
sui 12/13 cm, con un sepalo dorsale bianco solcato da righe verdi, lunghi sepali che sono
inizialmente marroni e che dalla metà sfumano sul rosa. Il labello è appuntito, di
colore rosso/marrone o marrone-rosato, con leggere venature più scure.
Divide il ristretto areale di crescita con il P. rothschildianum anche se arriva in
estenzione ad una quota di circa 4/500 metri più alta, per cui richiede le stesse
condizioni colturali anche se si può tenere a temperature di due/tre gradi più basse.
Sempre con il rothschildianum è noto un ibrido spontaneo, il P. Kimballianum.
Paphiopedilum ciliolare (Reichb. f.) Stein
Sez. Barbata, sottosez. Loripetalum
Specie scoperta nel 1882, con foglie tassellate lunghe 20 o più cm e larghe circa 5cm
porta uno stelo alto fino a 40 cm ed un fiore piuttosto grande, sui 10 cm di larghezza e
dai toni generalmente scuri. Il labello è porpora, così come i petali e le striature del
labello. I petali presentano macchie di un porpora ancora più scuro e ciglia sui bordi.
Molto simile al P. superbiens ed a volte considerato varietà di questo. Tuttavia
la "postura" dei petali (inclinati, non curvi) lo distingue a
"occhio". Inoltre pare che nelle ibridazioni le due specie portano in eredità
caratteristiche differenti.
Proviene da un'area che comprende diverse isole delle Filippine dove cresce in accumuli
detritici su pendii vulcanici, ad altezze suigli 800 metri. Il substrato in cui cresce è
particolarmente ricco di metalli pesanti come cromo e manganese e la mancanza di questi
elementi nel composto potrebbe essere la causa delle difficoltà che presenta spesso
quando è tenuto in 'cattività'.
In coltivazione vuole temperature medio/calde tutto l'anno con buone condizioni di
luminosità, ed ha bisogno di un periodo invernale asciutto per l'induzione alla
fioritura.
Paphiopedilum superbiens (Reichb. f.) Stein
Sez. Barbata, sottosez. Loripetalum
Syn. Paphiopedilum curtisii (Reichb. f.) Stein
Bella specie dal sepalo dorsale cuoriforme, bianco/verde con intense striature verdi e
porpora. I petali molto maculati nascono orizzontali per poi incurvarsi nettamente verso
il basso ed hanno una caratteristica "arricciatura" sulla punta.
Il labello porpora è molto grande in proporzione al resto del fiore. L'intero fiore
risulta di circa 10/11 cm, portato su uno stelo alto una trentina di cm.
Le foglie tassellate sono piuttosto grandi, di circa 20 cm in lunghezza e di circa 10 in
larghezza.
Le prime piante introdotte in coltivazione risalgono al 1855, successivamente giunsero
altre piante di questa specie in una partita di P. barbatum della Veitch & Son nel
1857.
Dopodichè non sono più state effettuate raccolte in natura fino a tempi recenti quando
la specie è stata importata in occidente insieme a partite di P. barbatum provenienti da
Sumatra.
Curiosamente pare siano state importate anche piante insieme a partite di P. ciliolare (a
cui è affine) provenienti dalle Filippine. Per questo rimane molta curiosità per quanto
riguarda l'habitat e l'areale di crescita di questa specie, che non è affatto conosciuto.
Questa specie è affine al P. ciliolare, come già detto, ma soprattutto al P.
curtisii, tanto che diversi autori considerano quest'ultimo varietà del superbiens.
Paphiopedilum curtisii (Reichb. f.) Braem
Sez. Barbata, sottosez. Loripetalum
Il P. curtisii è stato scoperto nel 1882, lo stesso anno in cui è stato scoperto
l'affine P. ciliolare. L'aspetto del fiore è molto simile al superbiens ma portato su uno
stelo più corto, 'solo' una ventina di cm.
La specie è originaria di Sumatra e Indonesia, dove vive tra i 900 e i 1200 metri di
altitudine in temperature medie con un periodo in inverno con temperature minime sui
12/13°. Annaffiare sempre abbondantemente in quanto anche il periodo 'secco' è soggetto
a piogge frequenti.
In coltivazione, è bene dargli escursioni termiche di almeno 7/8° per poterla far
fiorire bene.
C'è molta indecisione sulla validità di questa specie. Infatti Fowlie lo considera
specie "buona", Braem e Koopowitz la considerano varietà del superbiens, Cribb
invece non la considera proprio, facendo ricadere il curtisii all'interno della
variabilità del superbiens.
P. parnatanum
Sez. Barbata ?, sottosez. ?
Di scoperta recentissima, sembra affine al superbiens, tuttavia se ne distacca nettamente
per molti aspetti e sembrerebbe una specie valida a tutti gli effetti.
Il sepalo dorsale è bianco con striature verdi, come pure i petali. Il labello è verde
chiaro con venature verde scuro e marroni. I petali, piuttosto larghi, sono rivolti verso
il basso ed in alcuni esemplari si ripiegano su se stessi.
Tutte le foto di G. Farinelli ad esclusione di P. baccanum (foto T. Tanaka) e P. purpuratum (foto G. Ferretti, coltivazione A. Giuliani)
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