Prima di arrivare a Baeza facciamo un incontro con una watusa, un roditore di grandi dimensioni che qua è considerato una leccornia.
Ivan vuol farlo finire in pentola, ma la watusa non sembra molto d'accordo e per fargli capire il concetto gli pianta un gran bel morso in un dito che richiede cure immediate e fasciatura abbondante.

Ecco, un consiglio. Se proprio volete catturare una watusa a mani nude, siate sicuri di non aver dimenticato a casa un chirurgo ed un'infermiera esperti e dotati di tutta l'attrezzatura da campo necessaria. Sono comodi anche in caso di 'stranguglioni' amazzonici e/o andini !

A Quito finirà la nostra prima parte del viaggio, quello prettamente orchidofilo, accompagnati in giro dalla nostra guida Ivan.
Tuttavia il nostro viaggio continua. A Quito affittiamo un grosso fuoristrada per i prossimi 12 giorni che ci porterà fino all'estremo sud del paese per poi riportarci indietro.

In questo lasso di tempo, torneremo in amazzonia a fare gara di tiro con la cerbottana con un indio shuar, faremo un giro in foresta accompagnati da un affettuoso e simpatico cinghiale, vedremo i Phragmipedium besseae e dalessandroi nel loro habitat e visiteremo il Parco nazionale del Podocarpus a Zamora, in un'avventura tra ponti sospesi e canoe, vulcani e pappagalli, colibrì e cascate. Con le orchidee che ci accompagneranno per praticamente tutta la durata del viaggio, al punto tale che infine non ci facevamo quasi più caso, tanto erano parte del paesaggio.

Best in show? La palma d'oro va sicuramente alle Sobralia la cui quantità sterminata ci ha accompagnato quasi ovunque allietando sempre la vista.