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Ecuador in fiore - 4 -

Dormiamo ad Otavalo e la mattina ci svegliamo presto perché ci aspetta un bel tragitto. Alle dieci ci fermiamo a Saquisilì per vedere il colorato mercato locale, con una enorme piazza adibita a vendita di patate, all'ombra del vulcano Cotopaxi.

Ci riforniamo di 'pipa' (il cocco fresco), manghi e macheti (per noi, non si sa mai), nonché un paio di borsate di souvenir e ripartiamo.
Poco dopo pranzo siamo sotto il Tunghurahua, che ci aspetta brontolando ed emanando una minacciosa nuvola di cenere e fumo. Lasciamo l'auto ed in cinque minuti troviamo i primi Phragmipedium lindenii, fioriti questa volta.
Belli!

Ma il nostro sguardo è catturato dal vulcano più che dalle orchidee. Su tutte le piante c'è un velo di cenere e l'atmosfera è particolare, carica di tensione. Ogni pochi secondi sentiamo i borbottii del vulcano, che sono delle vibrazioni sorde e si sentono nelle ossa più che negli orecchi.

La prossima tappa, dove dormiremo, è Puyo e per arrivarci dovremo attraversare la vallata di Banos.
La valle è stupende, piena di cascate, con pareti a precipizio ricoperte di vegetazione tropicale, felci arboree e compagnia bella.

Dopo diversi chilometri di strada stretta, affollata e costeggiante strapiombi di _parecchie_ decine di metri, giungiamo al limite orientale delle Ande ed infine il panorama si apre e rimangono davanti a noi solo basse e tondeggianti colline. Siamo in Amazzonia, mi viene da pensare. Da qui, si snodano migliaia di chilometri di foresta pluviale prima di arrivare all'Oceano Atlantico.
Di fronte a noi si estende l'intero bacino del Rio delle Amazzoni, ben oltre la portata del nostro sguardo, la foresta più grande del pianeta.

Amazzonia.

Il simbolo della natura e della biodiversità sul pianeta terra. Anche solo il nome intimidisce. Oltre 6 milioni e mezzo di chilometri quadrati di foresta pluviale ci separano dall'oceano atlantico. Tanto per rendere l'idea, l'Italia ha una superficie di 'appena' 300.000 chilometri quadrati.
Bene, adesso ci siamo. Siamo in Amazzonia, il polmone verde del mondo, di cui abbiamo sentito parlare fin dalla nascita. La più estesa e formidabile foresta sulla faccia della terra. Certo, dalla strada non è che ne vediamo molta. Il nostro sguardo si infrange naturalmente sui primi alberi o sulle prime colline, ma la nostra immaginazione si spinge molto più in là, nel cuore inesplorato del sudamerica.

Da Puyo poi prenderemo la carrettera amazzonica in direzione nord. Attraversiamo il Rio Napo ed arriviamo a Tena, per poi proseguire verso Baeza e tornare infine a Quito.

Ah, a Puyo ci siamo fermati a far benzina ad una gasolinera. Beh, aveva una splendida aiuola fiorita. Di Phragmipedium pearcei. Un'aiuola di una 15-20 metri lungo la strada zeppa di pearcei. Mah! La strada che stiamo percorrendo adesso, è l'ultima per centinaia di chilometri in direzione ovest.
Lungo il tragitto incontreremo parecchie Rodriguezia secunda, vedremo delle Notylia e dei Campylocentrum nella zona amazzonica e poi degli Odontoglossum e dei Cyrtochilum macranthum nell'ascesa verso l'altopiano oltre alla solita moltitudine di altre orchidee.


Epidendrum e Vulcani

Phragmipedium lindenii

Phragmipedium pearcei nell'aiuola della gasolinera

Notylia




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© Giulio Farinelli 1997-2004