HOME | ||
coltivare vedere leggere acquistare news articoli links map appuntamenti forum group chat contact |
Una difficile scelta sulla classificazione Quando mi sono trovato a dover scegliere un
sistema per dividere in parti "leggibili" questi appunti, prima ho pensato a
metterli in ordine puramente alfabetico. Ma così facendo mi ritrovavo il problema di
confrontare specie simili dislocate su pagine distanti tra di loro
che invece è
proprio la cosa che mi interessava. Da una parte Karasawa & Saito (1982) e Braem (1988) che dividono il
genere in 5 sottogeneri (Brachipetalum, Parvisepalum, Polyantha, Paphiopedilum,
Sigmatopetalum) ed un tot di sezioni, seguendo uno schema basato su differenze
morfologiche. Cribb e Braem sono poi arrivati veramente ai ferri corti, con tanto di insulti e pubblici sberleffi. Nei loro stessi libri ognuno dei due cerca in tutti i modi possibili di ridicolizzare il lavoro dell'altro insomma, cose brutte Entrambi gli schemi hanno (secondo me) valide fondamenta (e non potrebbe essere altrimenti vista la "portata" dei personaggi di cui parliamo) e nello stesso tempo gravi pecche. La classificazione di Braem è rigorosa, dove ogni specie trova ilsuo specifico contesto, ma è fin troppo complessa e intricata, mentre all'opposto, la classificazione di Cribb è semplice e lineare, ma questo è allo stesso tempo il suo pregio ed il suo difetto. Ad esempio trovo poco giusta la decisione di Braem di mettere nello
stesso genere Polyantha la sezione Mastigopetalum (rothschildianum e compagnia) insieme ai
Mystropetalum e Polyantha (parishii e dianthum il primo, lowii e hainaldianum il secondo)
che (secondo me) sono più affini al subgenere Paphiopedilum (senso Braem). Ora ... se, come loro stessi dicono, lo staminodio è un organo
fondamentale per la distinzione delle specie, allora nessun altro gruppo tra i
paphiopedilum ha le caratteristiche migliori per essere messo in un subgenere a sé
stante. Quindi, secondo me, una grave mancanza della classificazione di Cribb è la mancata ulteriore differenziazione di questo gruppo di piante. Altra discussione è possibile sul subgenere Sigmatopetalum di Braem. Lui divide questo gruppo di piante in un incredibile numero di sezioni e sottosezioni, mentre Cribb riunisce tutto sotto il subgenere Paphiopedilum sezione Barbata (e basta). Se la frammentazione fatta da Braem è troppo elevata, forse anche
"non giustificabile" (come dice Cribb), l'inquadramento di piante come P.
barbatum, P. superbiens e P. hookerae nello stesso gruppo, fatto da Cribb, lo trovo
semplicistico oltre ogni misura. Insomma, l'unico accordo lo trovano per quanto riguarda i subgeneri Brachipetalum (bellatulum e simili) e Parvisepalum (micranthum e simili). Tutto il resto lo vedono da opposti punti di vista. Ripeto, non sono un botanico ma un semplice amatore di queste
fantastiche piante. Essendo ciò che sono posso far critiche su certe cose, ma, purtroppo,
non ho le competenze necessarie per proporre nuovi schemi. Per quanto riguarda la differenziazione delle specie poi, mi trovo poco daccordo con Braem per alcune cose e poco daccordo con Cribb per altre. Quindi il discorso "specie e varietà" sarà una sorta di mix a cui saranno aggiunte anche le nuove specie scoperte, sulle quali la discussione è ancora aperta. Tutto questo è mia personalissima e non condivisibile opinione. Invito fin da adesso tutti coloro che sono interessati a questa discussione a far presenti le loro idee. |
© Giulio Farinelli 1997-2005