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Phragmipedium

I Phragmipedium sono le "scarpette d’america", le cugine occidentali dei Paphiopedilum e sono diffusi dal Messico al Brasile.
Come i Paphiopedilum vogliono molta umidità, generose innaffiature (assolutamente mai lasciarle asciutte, sono le uniche orchidee comunemente coltivate a sopportare benissimo gli eccessi d’acqua) e una luce decisamente più alta rispetto ai Paphiopedilum (tranne che per il P. besseae che vuole una luce tenue, al livello delle Phalaenopsis), mentre accettano concimazioni più abbondati (stesse concentazioni ma anche una volta a settimana/10 gg) dei loro cugini orientali.
Piuttosto facili da coltivare, generose con le fioriture, richiedono ancor meno attenzioni delle loro cugine asiatiche (le piante dei due generi si assomigliano in tutto e per tutto), a patto che si possa dare loro tutta l’acqua che richiedono (è possibile lasciarle a contatto con un sottovaso ricolmo d’acqua, cosa che mai e poi mai dovrete fare con nessun’altra orchidea).
Richiedono tutte temperature medie (minime invernali sui 14°) e non necessitano di nessun periodo di riposo. Attenzione ad usare acqua del rubinetto.
Sono molto sensibili agli eccessi salini. Quindi usare se possibile acqua distillata o demineralizzata o derivante da osmosi inversa e risciacquare bene il composto tra una fertilizzazione e l'altra facendo uscire acqua abbondante dai fori di drenaggio.

Bisogna dire che fino a pochi anni fa questo genere non riscuoteva un grande successo e alcuni Phragmipedium si potevano trovare solo in collezioni molto specializzate.
Poi, nel 1981, fu scoperta in Perù una nuova specie che ha sconvolto il mondo dell’orchidofilia, il Phrag. besseae. Questa orchidea porta fiori (a dire la verità neanche molto grandi, sui 6 cm) di color rosso fuoco con venature gialle e posso dire senza timore di essere smentito che è sicuramente una delle più belle della trentamila specie di orchidee scoperte.

La scoperta di questa specie ha risvegliato l’interesse per l’intero genere, tanto che adesso è possibile trovare almeno un Phragmipedium in qualsiasi collezione (anche se bisogna dire che un tale interesse ha fatto lievitare i prezzi di tali orchidee).

Per assicurarsi queste piante vengono ora pagati prezzi da capogiro, anche se la parte del leone continua a farla il P. besseae ed i suoi (per ora pochi) ibridi dei quali si è da poco potuto ammirare le straordinarie fioriture, per i quali non si trova una pianta, anche neonata, che non costi più di 50.000 lire (piantine di uno-due anni della varietà flavum che è gialla costano sulle 100.000 lire) ed un pianta rigogliosa e bene accestita (magari in piena fioritura) costa ancora dalle 500.000 lire in su fino ad alcuni milioni!

Nel ’96 è stata scoperta una nuova specie (Phrag. fischerii) di colore sul violetto. E' notizia di poco che il primo ibrido (con il besseae) è fiorito. Si chiama P. Barbara Le Ann ed è piuttosto simile al P. Hanne Popow (besseae x schlimii) ma fiore leggermente più grande e con i colori decisamente più intensi.

Ancora più recentemente è stato scoperto un nuovo Phragmipedium che farà presto dimenticare i fasti del besseae. Le dimensioni del fiore (fino ai 17 cm) e l'intenso colore, già promettono incredibili sviluppi nell'ibridazione di questo genere, che negli anni a venire sarà sempre più apprezzato. La nuova specie si chiama Phragmipedium kovachii, andate a vederlo sull'articolo appena scritto.

I Phragmipedium sono divisi in due gruppi principali, la sezione micropetalum (di cui fanno parte il P. besseae, il P. schlimii di colore rosa, il P. fischerii ed il nuovissimo P. kovachii) contraddistinta da fiori abbastanza piccoli (ad eccezione dell'ultimo) ma molto colorati, sepali e petali simili tra loro e con forme arrotondate, e le altre specie, solitamente con fiori da medi a grandi o molto grandi, dalle forme più o meno ricadenti e colori sul verde con venature e screziature dal giallo oro al rosso mattone, al marrone, anche se esistono specie dai fiori rosati.

I primi ibridi risalgono alla fine dell’ottocento (ad esempio il P. Sedenii=schlimii x longifolium) anche se fino a pochi anni fa ne erano registrati solo una decina in tutto. Adesso, con le recenti scoperte, il ritmo delle ibridazioni sta crescendo esponenzialmente, solo del besseae sono già stati registrati centinaia di incroci e nel prossimo futuro vedremo piante sempre più belle e colorate.




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© Giulio Farinelli 1997-2005