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Jozef Warszewicz
(1812-1866)
[traduzione da TYGODNIK ILUSTROWANY n? 89 - 27 maggio 1861]
Per gentile concessione di
Biblioteka Instytutu Literatury Polskiej i Instytutu Kultury Polskiej UW
Warszawa http://www.bilp.uw.edu.pl/
Ci scuseranno i lettori per i paragrafi un po' farraginosi e lo stile poco fluente, ma si tratta di una traduzione fatta da non professionisti di una rivista polacca del 1861, epoca in cui le lingue, sia l'italiano che il polacco, erano un po' diverse dalle attuali. Si e' cercato di fare una traduzione il piu' fedele possibile, con qualche nostra nota esplicativa, segnata in rosso, cercando di rispettare lo stile narrativo dell'epoca
Tra i numerosi viaggiatori che negli ultimi tempi percorrono a scopo scientifico le poco conosciute terre dell'America centrale e meridionale, senza dubbio uno dei primi posti appartiene al nostro connazionale Jozef Warszewicz.
Non e' un turista qualsiasi che percorre comodamente strade gia' battute da migliaia di altri viaggiatori, acciocch possa, dopo il suo ritorno, poter discorrere di finti pericoli ai quali si era presuntamente esposto, inventandosi avventure tali da poter poi suscitare ammirazione per il proprio coraggio e perseveranza ma un silenzioso e instancabile viaggiatore che per arricchire la scienza s'inerpica in abissali precipizi delle impraticabili Ande, su misere zattere attraversa gli immensi fiumi del nuovo mondo, con l'ascia nella mano si fa strada nelle foreste vergini dell'America meridionale, si spinge nelle dimore delle piu' selvagge generazioni degli indigeni, sopporta la fame e la sete, felice se come premio degli inesprimibili sforzi pu cogliere una pianta sconosciuta che arricchisce la sua collezione.
Il nome di Warszewicz, (1) anche se non brilla sulle ricche rilegature degli armadi delle biblioteche, e' ben conosciuto in tutta Europa. Gli scienziati botanici lo pronunciano con rispetto, rendendo non finto onore al polacco, il quale aveva rifornito loro di tanti generi e specie, del tutto nuove, mai prima descritte; i giardinieri invece sono incantati dall'immensita' degli ornamentali fiori tropicali, mai prima coltivati in Europa e con quali aveva addobbato le loro serre.
Jozef Warszewicz e' nato a' Vilna (2) nell'anno 1812, da genitori nobili, ma poco abbienti. Ha ricevuto una elementare educazione scientifica e dalla giovane eta' si era dedicato al giardinaggio superiore.
Il suo mestiere era incominciato nel giardino botanico dell'universita' di Vilna e li era rimasto fino all'anno 1831. Gli eventi di guerra di allora (3) l'hanno distaccato per un certo periodo dal suo impiego prediletto. Warszewicz ha passato la frontiera prussiana con i suoi nuovi colleghi e dopo, quando il chiasso si era placato e' tornato al suo prediletto giardinaggio.
Gli stranieri presto hanno apprezzato le sue capacita', gia' ad Isterburg, non lontano da Konigsberg (4), dove inizialmente si era dedicato al lavoro; ma soprattutto ha ricevuto l'educazione nel giardino botanico di Berlino dove c'erano le migliori opportunita' di studio.
Si vede che Warszewicz era un giardiniere straordinario se, bench con la mancanza di una educazione universitaria, aveva attirato verso di se l'attenzione di un uomo come Aleksander Von Humboldt (5)
Nell'anno 1841 l'Associazione belga dei giardinieri aveva mandato una spedizione scientifica per l'esplorazione della costa di St. Thomas nella repubblica del Guatemala sotto l'aspetto botanico ed economico, ma, nello stesso tempo per stimare le possibilita' della colonizzazione della costa, e si cercava per questo scopo gente con capacita' eccezionali. Humboldt, tra gli altri, parlava con stima di Warszewicz ed aveva anche mandato una lettera di raccomandazione in cui vantava i suoi pregi (6).
Volenteroso, attivo ed intraprendente Lituano ed anche avido di conoscere il mondo sconosciuto, ha preso parte volentieri alla spedizione e nel giorno 5 dicembre nell'anno 1844 era uscito dal porto di Ostenda, prendendo la rotta per stati dell'America centrale.
Il viaggio si era svolto felicemente, ma appena la nave e' arrivata al pontile di St. Thomas, l'inospitale litorale gli ha dato come saluto, per il malvolere, la febbre gialla. Questa terribile malattia, come si sa, colpisce gli Europei che non si recano immediatamente nell'entroterra del paese. Nell'arco di quattro mesi, oltre a Warszewicz ed un medico fiammingo, tutti i coloni arrivati dall'Europa sono morti.
Infine nemmeno questi due non sono riusciti a sottrarsi al micidiale clima e come tutti hanno ceduto alla pestilenza. Dopo dieci mesi di sofferenza Warszewicz, finalmente migliorando la salute, intraprese subito il viaggio in Messico, facendo accurate esplorazioni botaniche nella parte meridionale del paese, e le non poche piante raccolte, l'aveva spedite una parte a Guandava (Gent) per Van-Houtte e l'altra in Inghilterra.
Con questa spedizione aveva attirato l'attenzione dei naturalisti, guadagnandosi un aiuto economico insieme con l'incitamento alla continuazione della ricerca. Con quest'aiuto il nostro coraggioso conterraneo si e' recato nelle montagne dell'America centrale, percorrendo le province St. Salvador, Honduras, Nicaragua, Costarica e Veragua, dopo di ch a Panama ha varcato i mari e dall'oceano Pacifico e' arrivato nella repubblica dell'Ecuador.
La Cordigliera era la sua strada, seguendo i suoi altipiani e' arrivato perfino in Bolivia, raccogliendo principalmente piante vive, ma anche sparando a colibri' ed altri uccelli piu' rari (7) e non disprezzando nemmeno di raccogliere insetti o rettili.
Tra tutti i deliziosi esemplari della flora e della fauna di la', l'attenzione particolare di Warszewicz veniva attirata dalle orchidee, piante delle forme talmente singolari, e nella stragrande maggioranza del tutto sconosciute ai botanici, di cui aveva raccolto grandi quantita' nei dintorni del vulcano Chiriqui in Costarica. E proprio qui sta il maggior merito di Warszewicz, che conoscendo quasi tutte le orchidee coltivate nelle piu' ricche serre europee sceglieva soltanto quelle non piu' reperibili nel vecchio mondo oppure quelle specie del tutto nuove.
In questo viaggio svolto con enormi difficolta', il nostro conterraneo doveva non di rado passare lunghi mesi senza incontrare nei dintorni un essere umano, dove la direzione non era indicata dalla piu' piccola traccia di un sentiero e dove, in mezzo a selve secolari invase da cespugli impenetrabili, con piante ammassate ed intrecciate, soltanto con gran difficolta' si apriva un passaggio, che forse solo dopo pochi giorni la rigogliosa vegetazione avrebbe meticolosamente occultato.
La' si esponeva, in alternanza, ai 40 gradi delle calde pianure o al fastidioso freddo degli elevati altipiani della cordigliera, non avendo un altro riparo dal caldo che l'ombra degli alberi ramosi e dal freddo che le fessure delle rocce, nutrendosi del pane secco di kassawa (8), dei frutti del bosco o della secca carne affumicata, mentre arricchiva la sua collezione con giovanile entusiasmo.
Il viaggio incessante, la mancanza di qualsiasi comodita' ed il clima avverso non potevano avere un benefico effetto sulla salute del viandante. Aveva sentito il bisogno di respirare nuovamente dell'aria europea. Affetto anche della persistente febbre gialla, sali' su di una nave nel porto Chagre' e parti' all'inizio dell'agosto 1850 per l'Inghilterra.
Nell'autunno dello stesso anno stamp a Berlino un elenco dei sementi raccolti, comprendente un'immensita' di nuove o rare specie.
Nello stesso anno il senato accademico dell'Universita' Jagiellonica, tramite il prof. Czerwiakowski che conosceva Warszewicz gia' dal 1838, gli aveva proposto un impiego di ispettore nel giardino botanico di Cracovia. Ma Warszewicz non poteva accettarlo perch durante la sua permanenza in Inghilterra l'Associazione dei ricercatori-giardinieri inglesi lo aveva persuaso ad intraprendere ancora un viaggio triennale nell'America meridionale.
Dopo aver ristorato la propria salute, era partito dal porto di Southampton per il suo secondo viaggio nel Nuovo Mondo ed era sbarcato alla fine del 1850 a Cartagena.
Il secondo viaggio, ancora di piu' del primo, avrebbe portato grandi vantaggi alla scienza.
Warszewicz ha percorso in successione Nuova Granada, Venezuela, Guiana inglese, dopodich passando la frontiera dell'impero brasiliano ha attraversato il Rio Negro ed il Rio Maragnon, percorrendo il lungo ed in largo le province settentrionali di questo enorme paese e, raggiungendo la catena della Cordigliera si era arrampicato sulla montagna Chimborazo fino ai 18000 piedi, poi seguendo la Via delle Montagne (9) aveva raggiunto il Peru e la Bolivia. In questi paesi aveva cercato di arrampicarsi su due delle piu' alte montagne dell'America, il Nevado di Sorata e l'Illimani e di la', seguendo la diramazione della cordigliera brasiliana aveva passato di nuovo la frontiera dell'impero. Infine, volendo complementare il suo viaggio con la raccolta di conifere americane aveva proseguito verso il Cile e poi per la Patagonia settentrionale.
E cosi', per la maggior parte a piedi o sui muli, il nostro viaggiatore ha visitato tutta l'America meridionale e centrale nelle diverse direzioni, alternando arrampicate sulle alte rupi della cordigliera e viaggi nelle solitarie foreste vergini del Brasile settentrionale, attraverso paludi e fiumi, non avendo altre guide che la bussola nella mano, l'entusiasmo di esploratore nel cuore e la fiducia nella Divina Provvidenza nell'anima.
Facendo caso al fatto che in questi territori, forse mai toccati da piede europeo, dove Warszewicz era esposto a migliaia di pericoli, siamo stupiti che sia uscito senza danno da tutto questo.
La mancanza di qualsiasi strada e di guide sicure, i fiumi immensi, le insidiose paludi ricoperte di erbe rigogliose gli sbarravano il viaggio ad ogni passo.
Infine i rettili velenosi, gli animali selvaggi e le ancor piu' selvagge genti che abitavano questi paesi, potevano fermarlo in ogni momento e cancellare i frutti di questo spossante viaggio pieno di sforzi e pericoli. Ma si vede che era la mano della Provvidenza ad indicare i passi al nostro viandante: sapeva evitare i minacciosi pericoli ed incontrando le pelle rosse nel mezzo delle selve le rendeva amichevoli con un regalo o con l'accattivante educazione disperdendo la loro diffidenza ed era capace di farsi donare del cibo oppure ricevere l'indicazione della sorgente dove poteva, insieme con i suoi neri compagni (10) rinfrescare l'asciutto palato.
Spesso i pellerossa facevano da guida all'uomo bianco e consideravano il nostro conterraneo un mago conoscente le segrete proprieta' delle piante selvatiche, riempiendo di rispetto per Warszewicz il cuore dei selvaggi, che premurosamente soddisfacevano i suoi desideri.
Per immaginare quali ostacoli fisici a volte doveva affrontare, basta dire, che nei pressi Quesaltenango a Guatemala in 8 giorni aveva attraversato 20 tra fiumi e torrenti impetuosi, a nuoto, sui muli oppure su tronchi legati insieme da floema (11).
Dopo aver compiuto la sua missione, Warszewicz decise di tornare in Europa e metter fine ai suoi viaggi. Navigando con la nave a vapore sul fiume Maddalena e' avvenuto un fatto che quasi gli era costata la vita, durante il quale, per? perse parte della sua collezione. La nave si era imbattuto a grande velocita' in un tronco sotto lo specchio dell'acqua che ne aveva fracassato la chiglia, affondandola nei meandri del fiume tortuoso.
Anche se Warszewicz si e' salvato per miracolo, non e' per riuscito a salvare i tre importanti pacchi contenenti una parte dell'erbario, la raccolta delle conchiglie peruviane e gli esemplari delle piu' rare specie di scimmia.
Nell'autunno del 1853 Warszewicz e' tornato in Europa e con il rinnovato invito a fare l'ispettore del giardino botanico, e' arrivato a Cracovia in dicembre dove subito prese la carica che mantiene fino ad oggi.
Questa istituzione molto ha guadagnato dall'opera di Warszewicz. Oggi aspira ad avere il primato tra i migliori istituti botanici. Di piu', Warszewicz, avendo rapporti diretti con tutti piu' importanti giardini stranieri, ha fornito al giardino di Cracovia molte belle e importanti collezioni di piante e tutto ci insieme ad un vero amore per questo istituto da parte del suo direttore Czerwiakowski, il quale aveva contribuito non poco alla sua crescita.
Warszewicz non e' uno scenziato naturalista, non attingeva il suo sapere dalle lezioni universitarie, non scriveva nulla e non ha pubblicato alcuna opera, ma ha comunque grandi meriti nelle scienze naturalistiche e soprattutto botaniche.
Si vede che Dio, mancandogli le capacita' letterarie, gli aveva donato un singolare coraggio e spirito di osservazione.
Abbastanza rude nei modi ma sincero e gentile, nutre affetto fino alla passione per il suo lavoro, oltre i suoi limiti nulla non riesce ad attirarlo. Del suoi viaggi discorre malvolentieri e saltando da un argomento all'altro rende difficile comprenderne accuratamente il resoconto.
Sarebbe interessante una descrizione piu' precisa dei suoi viaggi botanici in quei paesi per noi quasi sconosciuti (12), perch Warszewicz ha visitato per nove anni gran parte del nuovo mondo. Se questo potra' mai accadere non lo sappiamo, oggi presentiamo solo quello che siamo riusciti ad apprendere dopo qualche anno di confidenze.
Tanti i generi ed ancora piu' specie le piante scoperte da Warszewicz, specialmente della famiglia delle orchidee, mandate in Europa vive oppure essiccate, sono state descritte da Lindley e Skinner a Londra, Klotsch a Berlino, Reinchenbach figlio a Lipsia e Regnel a Zurigo.
Oltre 30 specie tra orchidee ed altre famiglie di piante sono state chiamate con il suo nome, oltre a due interi generi: Warszewiczia (13) e Warszewiczella (14). Infine un rettile dell'ordine delle Batraebine, l'Ixalus warscewiczii.
Molte delle piu' importanti specie da lui scoperte sono adesso coltivate nelle nostre serre (15), specialmente a Cracovia dove si trovano: Acineta warszewiczii (16), Brassia warszewiczii, Catasetum warszewiczii, Cattleya warszewiczii, Centropetalum warszewiczii (17), Cycnoches warszewiczii, Cypripedium warszewiczii (18), Epidendrum warszewiczianum, Odontoglossum warszewiczianum, Oncidium warszewiczii, Sobralia warszewiczii, Stanhopea warszewicziana e tra le altre piante Alonsoa warszewiczii, Anguria warszewiczii, Bidens warszewiczii, Canna warszewiczii, Cestrum warszewiczii, Dycyrla warszewicziana, Maranta warszewiczii, Pitcarnia warszewiczii, Salvia warszewiczii, Sciadocalyx warszewiczii, Selaginella warszewicziana, Senecio warszewiczii, Siphocampylos warszewiczii, Streptostigma warszewiczii, Thybaudia warszewiczii, Tydaea warszewiczii, Tradescantia warszewiczii e finalmente Ixalus (19) warszewiczii, un anfibio dell'ordine degli Anuri.
Allora, anche se Warszewicz non e' uno scrittore, la sua attivita' appartiene a tutti e, aggiungendo un splendido raggio nell'onore del nostro popolo e suscitando per noi il rispetto degli stranieri, merita la piu' grande stima da parte dei suoi conterranei.
F. Berdau
Note:
(1) Colgo l'occasione per spiegare la corretta pronuncia del cognome Warszewicz dividendolo alle sillabe: War come Varsavia, sze come scelta, wicz come vicenda, nella parola vicenda c precedente alla vocale e acquista lo suono simile al cz polacco
(2) Capitale della Lituania. Nel 1569 il Granducato Lituano e il Regno Polacco, dopo due secoli dalla precedente unione, si sono nuovamente uniti formando la Repubblica dei Due Popoli. La Lituania ha fatto parte della Polonia fino 1945
(3) L'autore si riferisce all'insurrezione di novembre esplosa a Varsavia nel 1830 contro la Russia zarista, alla quale la Lituania aveva preso parte nel marzo del 1831 e che vede Warszewicz come attivo partecipante. L'insurrezione e' stata soffocata nell'arco di nemmeno un anno e la cittadinanza polacca subi' pesanti rappresaglie come le spedizioni in Siberia, confische dei beni, chiusure delle scuole e delle universita'. Dopo la chiusura dell'universita' di Vilna l'attivita' del suo giardino botanico fu pesantemente compromessa
(4) Oggi Kaliningrad, Krolewiec nello scritto originale
(5) Esploratore e naturalista, uno dei personaggi piu' famosi dell'epoca, i dati scientifici e le osservazioni delle sue spedizioni sono stati la base per dare grande impulso a numerose discipline scientifiche
(6) Sull'originale si legge la nota: "Abbiamo letto con i nostri propri occhi la lettera scritta nel 1841 in lingua francese, siamo molto rammaricati di non essere riusciti a trattenere nella memoria il suo contenuto"
(7) Molto piu' probabilmente catturando uccelli vivi, come pappagalli, da poter spedire in Europa a prezzi molto piu' alti rispetto agli animali impagliati
(8) Il kassawa e' una sorta di pane fatto con farina di manioca (chiamata anche yucca in america latina)
(9) Probabilmente qui ci si riferisce alla 'Via dei Vulcani' in Ecuador, una zona dell'altopiano centrale con due catene parallele di vulcani ai lati. Tra i piu' importanti, Pichincha e Chimborazo ad ovest, Cayambe, Antisana, Cotopaxi, Tunghurahua e Sangay ad est
(10) I portatori
(11) Per floema si intendono delle fibre vegetali, forse delle liane
(12) Sconosciuti per l'epoca, ricordiamo che siamo a meta' '800
(13) della famiglia delle Rubiaceae
(14) adesso divisa in Chondrorhyncha e Cochleanthes
(15) "nostre" inteso come polacche
(16) adesso Acineta chrysantha
(17) adesso Fernandezia subbiflora
(18) adesso Phragmipedium caudatum var. warszewiczii
(19) adesso Chilixalus
Postfazione - di Wanda Karolczak
Purtroppo una descrizione precisa dei suoi viaggi alla scoperta botanica dell'America centrale e meridionale non e' stata mai compiuta. Warszewicz, essendo una persona molto umile e di poche parole, ha lasciato un vuoto nella sua biografia. La situazione era aggravata anche dal suo stato di salute, con il tempo probabilmente anche l'udito veniva meno. Oggi l'unica traccia del suo percorso sono le lettere scritte nel secondo viaggio e pubblicate in Polonia nel 1927, ma chissa' se le pubblicazioni originali esistono ancora.
Dopo il suo arrivo a Cracovia mantenne stretti contatti con i migliori botanici europei, insieme con Reichenbach faceva descrizioni delle nuove specie e Regnel chiam le sue scoperte "la nuova epoca nel giardinaggio".
La sua attivita' nel giardino botanico di Cracovia e' chiamata oggi il periodo d'oro. La collezione delle orchidee era una delle piu' ricche in Europa e conteneva anche buona parte delle circa 300 orchidee scoperte da lui. Le piante arrivavano talmente numerose che pur accoglierle tutte si costruivano nuove serre. Nel 1864 il Catalogus Plantarum fatto da prof. Czerwiakowski insieme con Warszewicz conteneva 9470 posizioni di cui 3779 di piante da serra.
Jozef Warszewicz e' morto il 29 dicembre 1866 a Cracovia.
Il prof. Czerwiakowski diresse il giardino fino 1878 mantenendolo nelle fiorenti condizioni lasciate da Warszewicz.
Dopo il prof. Czerwiakowski il posto venne preso da un direttore incapace di mantenerlo nello stato iniziato dal suo precursore e le cose peggiorarono di anno in anno. Finalmente nel 1901 questo si dimise a causa dei continui conflitti con il giardiniere Gustaw Pol. Non si sa se fu un caso o il giardiniere era continuamente insoddisfatto, fatto sta' che nella successiva decina di anni si succedettero altri tre diversi direttori. Tuttavia a causa della mancata manutenzione e dell'abbandono dei restauri, il giardino botanico di Cracovia ha incominciato di crollare nel vero termine della parola. Le collezioni delle piante fornite da Warszewicz subirono grossi danni. Nel 1907 la serra di legno croll gran parte delle orchidee, nel gennaio del 1912 il rogo dell'altra serra di legno annient un'altra collezione di piante della famiglia delle Araceae. Le due guerre mondiali nei successivi trent'anni aggravarono ancora la gia' difficile situazione.
Ai nostri tempi e' sopravvissuta nel Giardino Botanico di Cracovia, di generazione in generazione, una sola pianta di orchidea fornita da Warszewicz, un Cyrtopodium andersonii.
Traduzione di Wanda Karolczak
Revisione di Giulio Farinelli
Foto di Grazyna Sieminska, Piotr Baldyga, Giulio Farinelli
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