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DENDROBIUM
Dendrobium è un genere che conta circa un
migliaio di specie, diffuse in tutto il sud-est asiatico
dall'Himalaya al Giappone alle isole indonesiane fino all'Australia,
con dimensioni che variano da pochi centimetri fino a due-tre metri di
altezza.
Con una tale quantità di specie diffuse in ecosistemi tanto diversi, si
pone il problema della coltivazione, in quanto molte specie fioriscono
solo se vengono rispettate al millimetro le condizioni che richiedono e
se non vengono rispettate non fioriscono affatto anche se magari
cresceranno con forza e vigore. La ragione per la quale una pianta non
fiorisce può essere dovuta anche al semplice fatto che si è annaffiato
quando non si doveva oppure che si è dato un inverno più caldo del
dovuto. Il D. nobile ad esempio, che oltretutto è una delle specie più
conosciute e coltivate, vuole un inverno piuttosto rigido e secco, in
pratica da novembre va messo in un angolo freddo (10°) e luminoso e va
quasi dimenticato sino alla fioritura, se tenuto a temperature troppo
alte e/o annaffiato più del dovuto produrrà nuovi getti avventizi
(keiki) al posto dei fiori.
Tutti i Dendrobium hanno in comune la curiosa caratteristica di poter
emettere nuovi getti (chiamati in questo caso keiki) da qualsiasi nodo
del fusto oltre che dalla base come dovrebbe essere normalmente. Questo
è possibile quando le condizioni colturali sono più "favorevoli" di
quelle necessarie per la fioritura. In questi casi le piante
sacrificano i fiori per emettere una grande quantità di nuove
vegetazioni e crescere a dismisura. I nuovi getti che possono spuntare
anche alla sommità del fusto possono essere staccati e rinvasati
singolarmente appena hanno raggiunto dimensioni accettabili.
La stragrande maggioranza dei Dendrobium vogliono una buona
luce, alcuni tanta quanto le Cattleya, altri anche di più, e
una buona circolazione d'aria. Amano inoltre frequenti
fertilizzazioni ma solo nel periodo di crescita (primavera-estate).
Controllate spesso le piante, in quanto sono molto soggette agli
attacchi di ragnetto rosso e di cocciniglia (inoltre piacciono molto
anche alle lumache che mangiano foglie e radici!). Alcune delle specie
sviluppano fusti molto lunghi che non riescono a
mantenersi eretti e che crescono quindi come steli ricadenti. Queste
forme sono quindi adatte alla coltura in cestini appesi o su zattere di
sughero o altri legni resistenti. Quasi tutti i Dendrobium comunque
possono essere coltivati sia in vaso che su zattera. Se coltivati in
vaso i composti possono essere i più disparati: corteccia media o fine,
sfagno o mix vari a seconda delle preferenze della specie o dei propri
ambienti di coltivazione.
Se ben coltivate, molte specie ripagano con fioriture che sono a dir
poco spettacolari, anche se sono poche le specie con fiori di grosse
dimensioni. Alcune specie alla fine dell'inverno si ricoprono
letteralmente di fiori, altre emettono grosse spighe ricadenti
con decine e decine di fiori, mentre altre ne emettono meno ma di
dimensioni più generose, oppure ogni singolo bulbo può emettere anche
tre o quattro rami portanti 10-15 fiori ciascuno.
I Dendrobium vengono normalmente divisi in gruppi
dalle esigenze colturali simili o per sezioni tassonomiche.
Cercherò di dare indicazioni a seconda delle esigenze colturali. Se
alcune delle specie che sono elencate in un gruppo non dovessero
fiorire, si deve cambiare leggermente le condizioni di coltura,
provando a dare un po' più di luce o temperature leggermente più alte o
più basse. Moltissime altre specie esistono oltre a quelle citate;
spesso si può riuscire ad inquadrarle in un certo gruppo anche
solamente osservando il tipo di sviluppo della pianta, tuttavia
moltissime sfuggono ad ogni tentativo di collocazione ed allora ...
beh, la cosa migliore è chiedere in giro.
Un altro consiglio: gli ibridi in commercio sono quasi essenzialmente
di due tipi: ibridi di D. nobile (che fanno i fiori lungo i nodi del
fusto) ed ibridi di D. phalaenopsis (che fanno fiori in rami che
partono dalla sommità), per i quali il tipo di coltivazione è indicato
di seguito e che comunque hanno una discreta tolleranza agli 'errori'
di coltivazione. Per le specie invece è d'obbligo l'acquisto di piante
con "cartellino" del nome in modo da sapere esattamente cosa stiamo
coltivando. Piante simili infatti, possono avere requisiti di
coltivazione anche molto diversi ed allora sono problemi. Se sappiamo
il nome invece si può chiedere in giro consigli e "dritte" di
coltivazione (ad esempio sul forum di questo sito).
Gruppo 1. (Clima monsonico fresco)
Sono specie originarie dei paesi a clima monsonico fresco (India,
Nepal, Laos, Cina meridionale). Dalla primavera all'autunno vanno
coltivate come le Cattleya, magari con annaffiature un po' più
abbondanti, luce abbondante ma non sole diretto, fertilizzazioni
frequenti, ampia ventilazione.
In autunno vanno spostate in un luogo con temperature più fresche
(minime notturne sugli 8-10°, come i Cymbidium) e diminuite la
somministrazione d'acqua fino a sospenderle quasi del tutto in inverno.
O meglio, visto che le varie specie hanno una resistenza alla siccità
diversa l'auna dall'altra, si bagna solo il minimo indispensabile.
Ovvero, un pochina d'acqua solo quando i fusti iniziano a deidratarsi.
La maggior parte delle specie che vanno coltivate in questo gruppo sono
decidue, cioè perdono le foglie in inverno, o semi-decidue. Tra le
varie specie di questo gruppo possiamo ricordare i D. nobile,
D. moniliforme, D. devonianum, D. wardianum, D. falconeri, D.
crystallinum, D. pendulum, D. chrysanthum. Dopo che le gemme
dei fiori si saranno formate, date qualche annaffiatura finché la
fioritura non sarà terminata ma poi sospendete nuovamente le
innaffiature fino a che i nuovi getti non abbiano emesso le prime
radici. A questo punto l'inverno sarà finito e le temperature
cominceranno ad essere di nuovo alte per cui si può ricominciare ad
annaffiare e fertilizzare con maggiore frequenza. Se a queste specie
non si dà un trattamento «fresco-asciutto» durante l'autunno si
formeranno dei keiki al posto dei fiori. Questi potranno
essere rimossi e invasati separatamente quando inizieranno a formare
proprie radici. Questa caratteristica è sicuramente da sfruttare in
caso di piante a cui si vuole far avere un rapido accrescimento,
purtroppo si perderà gran parte della fioritura. Anche gli ibridi che
derivano dal D. nobile richiedono il medesimo trattamento.
Gruppo 2. (Clima monsonico intermedio-caldo)
Le piante di questo gruppo provengono dalle zone monsoniche tra
indocina e Nord Filippine e sono da coltivarsi come le Cattleya per
tutto l'anno, ma si deve dare un periodo di riposo asciutto dopo che in
autunno la vegetazione avrà raggiunto la maturità. In pratica sono da
tenersi come quelle della sezione precedente ma con temperature più
alte (12-16° di minima). D. anosmum, findlayanum, heterocarpum,
parishii, pierardii, senile, unicum, secundum, hercoglossum,
loddigesii,aggregatum. Per tutto il tempo che
i getti sono in sviluppo, quindi primavera-estate, innaffiate generosamente e
somministrate abbondante fertilizzante, date molta
luce e fate circolare l'aria liberamente, in autunno, quando
compare l'ultima foglia, diminuite le annaffiature e cessate la
somministrazione di fertilizzante, fino a che si formano le gemme dei
fiori. Innaffiate quindi con moderazione per tutto il periodo della
fioritura e sospendete nuovamente fino a che i nuovi getti (che
talvolta iniziano durante l'epoca della fioritura) siano abbastanza
sviluppati. Dopo che i nuovi getti hanno formato le radici, riprendete
innaffiature abbastanza frequenti e ricominciate con il fertilizzante.
Anche i Dendrobium draconis, cruentum e scabrilingue
possono essere coltivati così.
Gruppo 3. (Clima monsonico - umido) Queste specie
vengono all'incirca dalle stesse zone delle specie dei gruppi
precedenti (India ed Indocina sopratutto), tuttavia crescono in punti
più umidi. Pertanto necessitano di estati calde con annaffiature
abbondanti ed inverni freschi (minime 10-15°), ma non gradiscono
rimanere eccessivamente all'asciutto. Luce e ventilazione sempre
abbondanti. D. chrysotoxum, densiflorum, farmeri, fimbriatum,
moschatum e thyrsiflorum sono specie sempreverdi. Durante la
stagione calda attenzione al ragnetto rosso, dato che queste piante
sono molto attaccate dagli insetti. Possono essere coltivati così anche
D. bellatulum e christianum.
Gruppo 4. (clima pluviale - intermedio). Queste specie
vengono da zone semi-montane vicine all'equatore (Malesia, Filippine,
Indonesia, Nuova Guinea) ed hanno richieste costanti tutto l'anno, con
temperature tipiche da serra intermedia (minime sui 15°, massime sui
25°). Diverse specie soffrono temperature troppo alte (oltre i 30°)
specie se l'umidità relativa si abbassa sotto il 60-70%. Tra le
tantissime specie di questo gruppo, vale la pena ricordare: D.
dearei, infundibulum, formosum, sanderae, schuetzei, macrophyllum,
finisterrae, forbesii, myiakei, victoria-reginae, obtusipetalum,
amethystoglossum.
Gruppo 5. (clima pluviale - caldo). A questo gruppo
appartengono tutte quelle specie che provengono dalla tipica foresta
pluviale di pianura. Gradiscono temperature calde per tutto l'anno
(minime sui 18-20°, massime sui 30°) ed annaffiature costanti senza mai
rimanere asciutte a lungo, al massimo alcune specie richiedono una
rarefazione nelle annaffiature invernali, ma non una sospensione.
D. antennatum e quasi tutto il gruppo dei dendrobium
'antilope' (taurinum, gouldii, lasianthera),
D. phalaenopsis/bigibbum/lithocola, i dendrobium 'a
treccia' (D. leonis, anceps, indivisum), D.
platycaulon, olygophyllum, uniflorum, lawesii, sulawesiense.
Gruppo 6. (foresta nebulare)
Le specie che vivono in alta quota (montagne della Nuova Guinea,
sopratutto) richiedono un clima fresco ed umido tutto l'anno. Queste
specie non vanno mai lasciate asciutte neanche per brevi periodi anche
perchè la stragrande maggioranza sono piante miniatura, molto piccole.
Luce abbondante, minime sui 10° e massime estive sui 20-25°, umidità
sempre vicina al 100% e ventilazione costante sono la chiave per il
successo (o l'insuccesso) con questi piccoli gioielli della natura.
Dendrobium cuthbersonii è indubbiamente il più famoso,
ma notevoli anche i D. prasinum, pentapterum, vexillarius. D.
laevifolium e D. cyanocentrum pur necessitando delle stesse
condizioni di umidità e luce, gradiscono temperature minime più elevate
(sui 15°).
Gruppo 7. (clima semi-temperato)
Si parla delle specie Australiane come D. kingianum, speciosum,
adae. Queste specie richiedono una luce molto intensa, anche
sole diretto in pieno inverno a leggermente filtrato in estate.
Sopportano senza problemi temperature minime sui 5° e possono stare
all'aperto in quelle zone d'italia dove non si scende mai sotto lo
zero. Durante l'inverno vanno annaffiate meno che in estate ma
gradiscono qualche annaffiatura di tanto in tanto. Se si tengono a
temperature troppo alte in inverno, avranno grosse difficoltà con la
fioritura.
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