HOME     


coltivare

vedere

leggere

acquistare



news

articoli

links

map

appuntamenti



forum

group

chat

contact



Ibridi e Genetica


Gli incroci tra specie diverse (di qualsiasi famiglia animale o vegetale) sono chiamati ibridi. Ad esempio è un ibrido il mulo, incrocio tra cavallo e asino, mentre invece non lo sono i cani cosiddetti "bastardini" o meticci, in quanto tutti i cani appartengono alla stessa specie (anche se a varietà o "razze" diverse). Nel mondo animale i casi di ibridazioni sono relativamente pochi e risultano quasi sempre sterili (non possono cioè riprodursi, come appunto, nel caso del mulo), mentre nel mondo vegetale l'ibridazione è più semplice e può dar vita a incroci fertili (naturalmente sono cose completamente diverse dagli innesti). Tuttavia, anche nel regno vegetale spesso la possibilità di incroci è limitata (e non sempre possibile) a specie dello stesso genere (provate ad incrociare un albicocco con un ciliegio se vi riesce, eppure appartengono entrambi al genere Prunus).

Tra le Orchidee invece la possibilità di incroci è incredibile. Infatti non solo è quasi certa la possibilità di incrociare specie dello stesso genere, ma è spesso anche possibile incrociare specie appartenenti a generi diversi ed ottenere comunque ibridi fertili, di caratteristiche intermedie tra i genitori (sarebbe un po' come incrociare un cammello con una capra ed ottenere un caprone con la gobba o un cammellino con le corna ;-)

Di fatto gli incroci realizzati sono stati decine di migliaia ed alcuni hanno discendenti appartenenti ad anche sei/sette generi differenti o addirittura fino a 9 come ad esempio la Sallyeara (Brassavola x Broughtonia x Cattleya x Cattleiopsis x Diacrum x Epidendrum x Laelia x Schomburgkia x Sophronitis).

Naturalmente non è possibile ibridare piante troppo lontane geneticamente le une dalle altre. In genere le classificazioni botaniche sono in forma gerarchica, con la famiglia (che raggruppa tutto) che si suddivide in sottofamiglie che a loro volta si dividono in tribù, poi sottotribù, generi e specie. In pratica si ha che quasi tutte le specie appartenenti ad un singolo genere sono ibridabili tra loro, proprio perché la distinzione tra specie, generi ecc., viene fatta più per motivi genetici che morfologici. Tra specie di generi diversi è invece più difficile ma comunque è spesso possibile perlomeno tra generi affini. Quasi impossibile è invece l'incrocio di piante appartenenti a sottotribù diverse, per diventare completamente impossibile quando si ha a che fare con tribù (o peggio sottofamiglie) diverse. Ad esempio i generi da cui discendono le Sallyeara, sono tutti appartenenti alla sottotribù Laelinae della tribù Epidendreae, sottofamiglia Epidendroideae, famiglia Orchideacee.

In realtà, è già abbastanza così, visto che la famiglia delle orchidee è la più vasta del mondo vegetale dopo le composite (che sono oltre 40.000), e che alcuni generi contengono da soli più di mille specie. Inoltre è possibile incrociare tra loro piante che sono già ibridi esse stesse. Quindi il numero di ibridi realizzabili è teoricamente infinito.

Il fatto particolare è che non solo ogni ibrido è visibilmente differente dagli altri (anche vicini), ma che anche gli stessi individui nati da semi della stessa capsula (e quindi appartenenti alla medesima specie o incrocio) presentano caratteristiche anche notevolmente differenti, ampliando così a dismisura la gamma di varietà.

I colori della Sophronitis coccinea si trasmettono ai suoi discendentiAnche se oramai di ibridi ne sono stati registrati a decine di migliaia, potrete comunque provare anche voi a farne alcuni. Sicuramente, come inizio, vi conviene partire da specie dello stesso genere (che sono più "compatibili"), anche se hanno caratteristiche abbastanza differenti e provare ad impollinare la pianta più piccola con il polline di quella più grande (in quanto il polline produce dei "tubicini" di una certa lunghezza, proporzionata alle dimensioni del fiore, per arrivare all'ovario, ed il polline della pianta piccola potrebbe fare tubicini più corti di quanto necessita).

Una volta ottenuti i semi si procede con il metodo descritto per la semina in provetta.

La genetica nelle orchidee

Qui le cose si fanno difficili. Infatti se volete solamente provare l’emozione di creare un vostro ibrido, potete fare anche ibridi a caso ed aspettare di vedere cosa salta fuori. Se invece volete programmare in anticipo i caratteri del vostro ibrido dovrete studiare attentamente le caratteristiche genetiche delle varie specie.

Si parte dal processo della fecondazione. Partiamo dal presupposto che due cellule, una maschile e l’altra femminile, ciascuna corredata dal proprio patrimonio genetico, si debbano unire per mettere in comune le proprie informazioni. Queste informazioni sono registrate in un certo numero (n) di gameti. Solitamente le cellule normali contengono il doppio (2n) di gameti di quelle sessuali, cosicché quando c’è la fecondazione con due cellule che si uniscono si ristabilisce il giusto numero di cromosomi (n+n=2n).

Le orchidee, come del resto tutti gli altri esseri viventi, posseggono una serie si caratteristiche che possono anche rimanere latenti (caratteri recessivi) rispetto ad altre (caratteri dominanti). Un po’ come il colore degli occhi negli uomini.

Ad esempio per le Cattleya esiste un carattere dominante (il colore lavanda) che prende il sopravvento quando una specie pura (ad es. C. labiata) di colore lavanda, viene incrociata con un’altra (es. C. dowiana) di colore diverso (in questo caso il giallo). La prima generazione avrà tutte piante lavanda. La seconda generazione invece (fecondando l’ibrido così ottenuto per se stesso) darà molte piante lavanda e qualcuna gialla.

Se indichiamo "L" il carattere lavanda dominante e "g" il carattere recessivo giallo, vedremo che una cellula normale contiene 2 serie di informazioni che riguardano il colore (2n, ricordate?), quindi "LL" nella C. labiata oppure "gg" nella C. dowiana e quando si dividerà per produrre la cellula sessuale avremo o solo "L" (per la labiata) o solo "g" (per la dowiana).

Nell’ibrido saranno presenti entrambi nelle cellule normali, quindi avremo una serie di cromosomi "Lg"

C. labiata x C. dowiana

L L
g Lg Lg
g Lg Lg

Se reincrociamo tra loro due di questi ibridi (o anche se ne impolliniamo uno dei   fiori con se stesso) vedremo che i risultati ci stupiranno. Infatti ogni fiore ha caratteri Lg per il colore quindi tutti i cromosomi coinvolti avranno pari opportunità di avere L o g,

ibrido x ibrido 2° generazione

L g
L LL Lg
g Lg gg

per cui otterremo piante con carattere LL (lavanda intenso), Lg (lavanda meno intenso) e gg (giallo). Ossia piante dai fiori lavanda se incrociate con se stesse possono dare piante con fiori gialli :-)

Avremo la prima generazione completamente lavanda, mentre la 2° (e le successive) presenterà alcune piante dai fiori gialli. A seconda poi di quanto un carattere è dominante sugli altri, avremo piante con colorazioni intermedie.

Sono caratteri dominanti il rosso della Sophronitis coccinea, le dimensioni del labello della Brassavola (Rhyncolaelia) digbyana, le dimensioni del fiore delle Cattleya.

Ad esempio S. coccinea x Cattleya labiata x Brassavola digbyana avrà inevitabilmente fiori rossi di medio grandi dimensioni, dal largo (e spesso frastagliato) labello e piante di dimensioni compatte (retaggio della piccola Sophronitis).

La S. coccinea è importantissima per conferire il colore rosso (o per lo meno di tonalità calda) sulle Cattleya che invece hanno come carattere dominante il lavanda. Ad esempio la C. x guatemalensis, ibrido naturale tra C. aurantiaca (arancio) e la C. skinnery (lavanda) è di colore lavanda con solo leggere sfumature rosa/aranciate, con fiori che tuttavia hanno le altre caratteristiche intermedie tra le due specie. Tra l’altro la S. coccinea ha come carattere dominante anche le piccole dimensioni, e difatti tutte le sue discendenti (almeno quelle in cui entra in maniera significativa) oltre ai fiori dai toni rosso/arancio, hanno anche dimensioni contenute.

Nei Paphiopedilum i caratteri dominanti più importanti per l’ibridazione sono i colori del P. insigne, la forma larga del P. bellatulum, i toni rosa pastello del P. chamberlanianum o del P. delenatii. Tra le Phalaenopsis la forma del fiore della P. amabilis ed i colori della P. pulchra (rosa/fucsia) e della P. mannii (gialla e marrone che conferisce però colore giallo spesso screziato).

la discendenza del Phrag. besseae è molto colorata in un suo ibrido tetraploidePer tornare ad una pianta che amo, il Phragmipedium besseae, ha fortunatamente il colore come carattere dominante, il che ha permesso di ottenere ibridi di Phragmipedium dai toni rosso/arancio ed alcune delle caratteristiche vegetative. Infatti la gran parte degli ibridi di besseae hanno la pianta molto più simile alla pianta del besseae che a quella dell'altro genitore e le condizioni di coltivazione sono le medesime del besseae ed i fiori hanno inevitabilmente toni sul rosso/arancio.

Molto importante, inoltre è il discorso della poliploidia. Abbiamo detto che le cellule normali contengono 2 serie (2n, si chiamano diploidi e sono la norma) di cromosomi e quelle riproduttive una sola serie. Capita tuttavia che nel processo di divisione da 2n a n qualcosa vada storto e che le cellule sessuali si ritrovino con lo stesso corredo genetico di quelle normali, 2n.

Quindi, le piante risultanti, avranno cellule corredate con un numero di cromosomi pari a 3n (triploidi) o 4n (tetraploidi e queste sono importantissime). Se queste verranno reincrociate normalmente producono piante 3n (anche se le triploidi spesso risultano sterili) o 4n, anche se occasionalmente possono spuntare fuori piante 5n, 6n o più (poliploidi).

Direte voi: cosa me ne importa a me se la mia pianta ha cellule 2n, 3n, 4n o più ?

Importa, importa. Fosse anche per il solo fatto che le tetraploidi fanno fiori più grandi, più consistenti e dai colori più vivaci e saturi !

Per esempio la maggior parte dei grossi ibridi di Paphiopedilum (che hanno fiori delle dimensioni anche doppie rispetto alle specie originarie) sono tetraploidi, come anche la maggior parte dei Cymbidium standard. Senza contare il fatto che le tetraploidi hanno un altissimo indice di fertilità e si possono incrociare quindi con un gran numero di altre specie o ibridi.

Se volete diventare ibridatori avete ora un unico problema: sapere quanti cromosomi ha la vostra pianta!

BACK


© Giulio Farinelli 1997-2005