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La maggior parte delle orchidee ha bisogno di veramente poco nutrimento (povere orchidee ...... senza acqua, senza terra, senza nutrimento ....... ma di cosa vivono? D'aria? Che ci crediate o no è quasi così). Infatti aggrappate come sono ai rami degli alberi le uniche sostanze
che gli arrivano sono quelle che "piovono dall'alto". In realtà non sono poi molte le sostanze fertilizzanti che riescono a raccogliere (anche perché la pioggia dilava velocemente le sostanze che si depositano sui rami), ed infatti molte delle orchidee meno esigenti se la cavano benissimo con una, massimo due blande fertilizzazioni all'anno, anche se tutto dipende dal materiale in cui vengono coltivate. In pratica quasi tutte quelle montate su tronchetto o zattera, con un po' di muschio o sfagno tra le radici, oppure quelle coltivate in vaso con osmunda o comunque composti vegetali, riescono a trarre quel poco di nutrimento di cui hanno bisogno dalla decomposizione del composto ed hanno bisogno di pochissime integrazioni. Un po' diversa è la situazione se le piante vengono coltivate in vasi con bark (corteccia di conifera). Infatti il bark è sterile (quasi), in più, gli enzimi che provocano la degradazione di questo materiale, si nutrono di composti azotati (l'azoto è la sostanza da cui più dipendono le piante per crescere) che vanno quindi reintegrati mediante fertirrigazioni periodiche. Cosa "mangiano" le piante ? Le sostanze fondamentali sono tre: l'azoto (come abbiamo già detto) simbolo N, il fosforo simbolo P e il potassio, simbolo K. Poi ci sono tante altre sostanze (ferro, nichel, calcio, ecc.), ma le nostre orchidee riescono in ogni modo a trovarsele (o ne fanno proprio a meno ?). L'azoto regola i processi di crescita vera e propria e
se manca, le piante cresceranno rachitiche e smilze. Un eccesso invece "brucia"
le radici e la vegetazione giovane. Poi ci sono tutti gli altri elementi (ferro, calcio, magnesio ecc. ecc.) che servono alle piante in quantità minime. Qualunque mezzo di coltura "naturale" (sfagno, corteccia, torba, fibra di cocco ecc) ne è più o meno provvisto, quindi non ci dovremo preoccupare. Solo in caso di coltura idroponica o in mezzi "sintetici" dovremmo integrare questi microelementi. Quindi le fertilizzazioni ideali comprenderebbero concimi ad alto tenore di azoto (es. NPK 30-10-10) durante il periodo di sviluppo dei nuovi getti, ad alto tenore di potassio (es. NPK 10-10-30) durante la maturazione dei bulbi, ed ad alto tenore di fosforo (es. 10-30-10) alla comparsa dei getti fiorali. Nella realtà le orchidee non hanno queste fasi ben distinte (capita che fioriscono mentre inizia lo sviluppo dei nuovi getti, oppure quando questi sono maturi ... come ormai avrete capito sono piante un po' capricciose), quindi si può, senza sbagliare, usare un fertilizzante bilanciato (es. NPK 20-20-20) in ogni periodo dell'anno (tranne quando la pianta è in riposo). Come vanno utilizzati questi fertilizzanti ? Che siano in polvere o liquidi, vanno diluiti (molto) in acqua per poi annaffiarci le piante. Di solito le etichette danno istruzioni del tipo <diluire un
misurino (o un cucchiaino) di prodotto in un litro d'acqua> .... bene, voi diluitelo
il doppio (metà cucchiaino in un litro) o anche di più. Fertilizzate
ogni 15/30 giorni senza aumentare le concentrazioni e solo nella stagione
vegetativa. Se e quando le piante vanno in riposo ... nisba. Se per le irrigazioni avevamo detto <se sei indeciso, aspetta>, per le fertilizzazioni si può dire <se sei indeciso ... diluisci ancora>. Questo è il programma tipo a cui però ci sono varie eccezioni, con specie che gradiscono maggiori (o anche minori) concimazioni. Per
questo nelle varie schede, all'occorrenza, ci saranno riferimenti più precisi.
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© Giulio Farinelli 1997-2005