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Come abbiamo detto, la maggior parte delle orchidee tropicali, sono epifite, ossia vivono sugli alberi per riuscire a raggiungere la luce del sole. In realtà, le varie specie si sono specializzate a vivere in determinate "fasce" di altezza, dal livello del suolo fino alle fronde più alte che possono arrivare anche a 50 metri dal terreno. Quindi abbiamo piante che amano luce tenue e diffusa (quelle terrestri e dei livelli più bassi), quelle che invece gradiscono una luce più viva anche se filtrata dal fogliame (nei livelli medi) e quelle che si trovano bene con la luce diretta del sole equatoriale (nei livelli più alti). Il nostro problema è come distinguere le une dalle altre. In realtà già osservando le foglie si può capire molto di cosa amano. Ad esempio foglie larghe, plicate, di colore verde intenso, tassellate o marmorizzate indicano che le piante vogliono poca luce. Invece foglie dure, coriacee, di colore verde giallognolo, strette o più o meno cilindriche indicano condizioni di luce più intensa, anche se le eccezioni a queste "regole" sono, come al solito, motissime . Facciamo comunque degli esempi:le Phalaenopsis hanno foglie carnose, larghe e di colore verde intenso, a volte tassellate e vogliono poca luce (massimo una due ore di luce diretta la mattino); le Cattleya hanno foglie di media larghezza, piuttosto coriacee, rigide e vogliono una buona illuminazione, con qualche ora (non nella parte più calda della giornata) di sole diretto; le Vanda hanno foglie nastriformi o cilindriche, color verde chiaro, rigide e coriacee ed amano il pieno sole senza ombreggiature. Per la coltivazione alle nostre latitudini (con il sole meno "efficiente") dobbiamo ricordarci che anche quelle che vogliono meno luce, vanno messe in posizioni luminose (per i nostri standard) e quindi vicino a finestre meglio se esposte a est sud-est. Come sapere se la luce è giusta? Le nostre piante manifestano vari sintomi di malessere dovuti ad una scorretta esposizione. |
© Giulio Farinelli 1997-2005