Ciao a tutti! grazie per le gentili risposte, mi stanno frullando altre idee nate dai vostri commenti ma andiamo con ordine, pochi pensieri alla volta:
x Massimiliano: prima di tutto ti faccio i miei piu' vivissimi complimenti per il terrario che hai costruito...è semplicemente meraviglioso.
Ho cominciato da meno di un anno a tenere orchidee, finalmente visto che prima non avevo la possibilità di farlo. Tra i miei progetti a media ( entro l'anno) distanza ho in mente di costruire un orchidario molto sviluppato in altezza, oggi dovrebbe arrivare una phytolite da 200w, intorno al quale costruirò' lo spazio idoneo a loro. tanto per dare un'idea.
Quindi fattore tecnico/estetico hanno la stessa valenza, e se le condizioni che posso offrire oggi saranno scarsine , beh, sarò io ad adeguarmi velocemente...mi pare giusto!!!
Ti do ragione sul metodo della scelta delle piante ( legato alle condizioni che si puo' offire) la pensavo così anch'io..ma a livello pratico ho notato che diventa quasi impossibile, perchè o non sei abbastanza afferrato con le conoscenze reali, quelle che vanno oltre alla scheda tecnica (e quant'altro materiale scritto possa offrire internet o i libri) rigurardo ogni singola orchidea.... al neofita non bastano notti insonni pre-acquisto a cercar su internet informazioni presso forum e siti; complice sicuramente l'entusiasmo o la disponibilità delle specie nel momento dell'acquisto, si casca sempre nel/i soggetto/i "difficile da tenere", e lo vieni a sapere regolarmente dopo. Conseguenza: si pedala!
E' un approccio all'argomento preso dall'altra parte rispetto al mio modo di pensare, il tuo, e fila perfettamente, quindi provo a seguirti:
E' molto interessante quello che scrivi riguardo l'importanza della porzione sfagno utilizzato per le zattere, spt sulla sua quantità in relazione alla specie e all'UR circostante. Spesso si vedono immagini di zattere senza quasi sfagno, altre con tanto materiale. Al di la' della necessità specie specifica, e della coltivazione in serra, ho pensato che quelle senza sfagno sono così perchè sono state montate da tempo, e quindi lo sfagno ( poco o tanto inizialmente), si fosse parzialmente o totalmente deteriorato. Inoltre, dal passaggio da vaso ad una situazione "zampe all'aria", anche le radici dovrebbero avere il tempo di adattarsi. O meglio, di modificarsi. Mi sembra di aver letto da qualche parte che le radici aeree e quelle affondate nel substrato sono diverse, o meglio, diversificate (colore diverso, etc.). Quindi lo sfagno si usa per questo lasso di tempo. Le radici nuove saranno quelle che fluttueranno libere alla ricerca dell'umidità atmosferica. E' così?
I miei dubbi come da messaggio iniziale nascono dall'osservazione di zattere di Phal, L.lundii con probabile troppo sfagno, Sopronitis coccinea, Aerangis biloba e qualcosina d'altro che tengo in casa. Troppo diversi tra di loro come apparato radicale, quindi indirizzo volenteri l'argomento verso una specifica pianta.
Ok. Una cattleya, visto che ne ho appena zatterata una (C. violacea x forbesii).
In quanto tempo lo sfagno ( o meglio, la radice) dovrebbe asciugarsi prima della successiva spruzzatura, per evitare la disidratazione o peggio, marciumi radicali? Non credo che avere continuamente in mano lo spruzzino per umidificare lo sfagno che si asciuga troppo velocemente sia così salutare per le piante...
Eccolo: "Speck" per gli amici.
Attualmente spruzzo bene lo sfagno ogni 3-4 giorni circa. Oltre alle nebulizzazioni e spruzzature su solo sughero. Inizialmente ho ancorato stretto uno strato sottile di sfagno, poi, legata la pianta, mi son data di uncinetto con un altro strato di sfagno, posto in maniera piu' vaporosa. L'area di sfagno sopra la pianta è solo un tentativo di alzare l'umidità . Cosa ne pensate?
Per quanto riguarda l'umidità del sughero stesso, sì sono molto perplessa perchè effettivamente finora ho coltivato zattere in condizioni di umidità bassine ( fluttuante 35-95%, media 60-70% circa). Forse per questo non mi fido molto della capacità nel tempo da parte del sughero di trattenere umidità . Ho ragione?
Quindi della conseguente capacità della radice di aggrapparsi dul supporto. Sempre se la percentuale di umidità fosse conditio sine qua non per l'adesione della radice.
Volendo per ora cercare di tenere questa orchidea nello stesso ambiente, la mia direzione sarà sicuramente di trovare una maniera di aumentare l'umidità del solo sughero. Uno "zainetto" di sfagno sul retro sarebbe forse la soluzione.
Nello specifico, mi perplime lo strato di sfagno che ho messo *sopra* le radici. L'ho visto fare su altre zattere montate ex novo ma mi rendo conto che se si dovesse coltivare , come si fa in certi Paesi, in vaso con solo sfagno, quest'ultimo viene pressato molto bene per evitare appunto che lo sfagno rimanga inzuppato.
Riguardo la quantità di sfagno: che sia da trovare un equilibrio giocando sulla somministrazione d'acqua, per tenerla nella location suddetta, quindi potrebbe andare bene così, come da foto?
massimiliano ha scritto:
ho una phal su zattera, per esperimento, e la tengo in casa come tutte le altre. in estate bagno una paio di volte a settimana ed in inverno molto meno, e di sfagno ce n'è giusto un pezzettino messo all'inizio quando la pianta era piccina.
UAU! La tieni in casa? Quali valori di UR hai??
Una volta ho visto in casa di amici una phal in vaso di plastica, qualche pezzo di bark grosso, la pianta praticamente a radici nude appoggiata sopra. E' stato davvero incredibile vedere come la radice, perfettamente sana, si aggrappava lunghissima sul vaso di plastica...come un polipo in fuga! Queto in un contesto di casa normale con riscaldamento centralizzato, 25% max di UR se va bene... e pure stava emettendo uno stelo florale.
Quando si dice adattabilità .
x Giovanni!
Mi piacciono moltissimo le foto delle tue zattere "intelligenti", coniugano l'estetica con la funzionalità che tiene conto delle esigenze specifiche della pianta. Sono bellissime. Non avevo mai visto zatterare nella parte cava della corteccia. Ne farò tesoro!!
Coltivi in serra? Vedo che la tua Cattleya sviluppa la maggior parte delle radici fuori dallo strato di sfagno. Potresti perfavore dirmi la fraquenza di annaffiatura?? grazie!!
bobbygio ha scritto:
comunque tanto o poco sfagno l'importante e' che la pianta sia ben salda
sulla zattera magari anche a contatto cosi le radici nuove che nasceranno andranno subito ad ancorarsi sul sughero e cresceranno andando a cercare le fessure stabilizzando ulteriormente la pianta.
... quindi poco sfagno tra la pianta e la zattera?? E sopra praticamente nulla... = urge una serra
X Marco,
posso dedurre da quanto mi scrivi sulla C.forbesii che anche la mia, essendo un suo ibrido, forse avrebbe bisogno di avere radici piu' arieggiate?
Purtroppo ammetto che è la mia prima cattleya che coltivo, anche per questo motivo ho difficoltà ad afferrare...
Ho ottenuto un'altra divisione, che tengo in vaso, per poterle confrontare.
Come altri legni.. io sto facendo esperimenti con tronco di fragolino. Un oncidium ed E. porpax. Non ho ancora un criterio di scelta, quindi vado a disponibilità e tentativi. I tipi di legno utilizzabili sono un'altro argomento interessantissimo!!
Posso chiderti perfavore una foto della tua Cattleya?
In che condizioni vive?
grazie!