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MessaggioInviato: 12 giu 2008, 21:59 
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Iscritto il: 6 apr 2007, 14:18
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Località: Avola (SR)
Per quello che ho capito ha molto bisogno di umidità e questo in qualche modo tenterò di garantire.
Sicuramente non realizzerò, almeno per ora, una sfagnera è già abbastanza difficile pensare alle orchidee specie dalle nostre parti.
Leggendo su internet viene consigliato l'uso di guanti nel maneggiare lo sfagno inquanto in caso di tagli potrebbe provocare delle infezioni, cosa ne pensate?
Massimiliano, per quanto riguarda la talea mi consigli di interrarla in un vaso in platica o in un cestello in trech da me realizzato come meglio è venuto? Inoltre mi consigli con la possibilità di avere a disposizione molto spazio oppure il contenitore quale esso sia deve essere piuttosto stretto?
Salvo, quando vedremo le foto delle tue nuove piante? Sono piccole o già adulte?


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MessaggioInviato: 13 giu 2008, 12:14 
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Iscritto il: 10 ott 2005, 19:44
Messaggi: 544
Località: Impruneta Firenze
la foto del dendrobium è già on line , per le altre bisogna pazientare.
per lo sfagno maneggialo tranquillamente , ovviamente se hai ferite nelle mani non maneggiarlo ;) , dopo che hai armeggiato con il tuo sfagno lavati le mani e stai sicuro.

_________________
non posso rimanere senza le mie orchidee!

ognuno basta a se..ma il conto non torna!


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MessaggioInviato: 13 giu 2008, 13:02 
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cmrlfv ha scritto:
Leggendo su internet viene consigliato l'uso di guanti nel maneggiare lo sfagno inquanto in caso di tagli potrebbe provocare delle infezioni, cosa ne pensate?


Sporotricosi. Nulla di che, è abbastanza improbabile, anzi, è più facile prenderla potando le rose, ma rimane comunque improbabile da prendersi ... statisticamente vi è molta più gente che pota le rose di gente che maneggia sfagno e comunque non viene mai detto "attento a pungerti con le spine di rosa perchè prendi la sporotricosi" :)

Può diventar grave se non viene curata, ma se ti trovi con una ferita grossa che non si rimargina per mesi, direi che una visitina da un dottore sarebbe il caso :)

E' una malattia fungina che era "di moda" durante la prima guerra mondiale, quando lo sfagno (in mancanza di meglio) veniva applicato sulle ferite di fucile e di obice in trincea. Ma suppongo che la principale causa di mortalità in quel periodo non fosse la sporotricosi :roll:

direi che puoi andare abbastanza tranquillo ... d'altronde anche il monossido di diidrogeno può essere mortale e causa un'infinità di danni, eppure ... 8)

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MessaggioInviato: 13 giu 2008, 14:56 
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Grazie, mi avete rassicurato sull'uso dello sfagno.Ma scusate la domanda, ma a parte per le piante carnivore o per far radicare le talee, quali possono essere gli altri impieghi?

Massimiliano, colgo l'occasione per ringraziarti ancora una volta, la tua talea è arrivata proprio oggi e proprio in questi minuti le sto preparando la nuova casa. Posterò al più presto qualche foto.
Volevo chiederti inoltre se queste sono le dimensioni della pianta o se essa ha dimensioni maggiori da adulta.


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MessaggioInviato: 14 giu 2008, 7:49 
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Cita:
Ma scusate la domanda, ma a parte per le piante carnivore o per far radicare le talee, quali possono essere gli altri impieghi?


può essere usato in tutti i casi in cui serve mantenere l'umidità attorno a qualcosa, radici, semi, fusti, etc :wink: [/quote]


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MessaggioInviato: 14 giu 2008, 10:34 
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Ecco come promesso alcune foto del Bulbophyllum Lasiochilum appena arrivato:

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ed ecco pure due foto del mio Bulbophyllum Nymphopolitanum che sta preparando la sua fioritura.
Sarà la prova del nove, spero, tenterò ad un anno circa dalla prima prova ad autoimpollinarlo e sapremo se ciò è possibile o no.
Mi chiedo e vi chiedo: è possibile che due piante dello stesso genere possano essere una autoimpollinante e l'altra no? S e fosse così da cosa dipenderebbe questo fatto?
Eccovi due foto:

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Colgo l'occasione per ringraziare Pelagia per il suo chiarimento in relazione all'uso dello sfagno.


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MessaggioInviato: 14 giu 2008, 21:52 
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cmrlfv ha scritto:
Grazie, mi avete rassicurato sull'uso dello sfagno.Ma scusate la domanda, ma a parte per le piante carnivore o per far radicare le talee, quali possono essere gli altri impieghi?


Mah ... coltivarci orchidee, per esempio :)
a parte questo, è ottimo quasi con tutto, l'unico problema è che l'è un zinzino costoso per coltivarci gerani :(

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MessaggioInviato: 15 giu 2008, 0:18 
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Scusate tanto se non sono ferrato sulla materia sfagno.
Per quello che ho capito esso necessita di molta umidità e penso che dalle mie parti proprio in questo periodo potrebbe resistere solo nella sfagnera in quanto il caldo lo farebbe seccare molto facilmente, magari mi sbaglio.
Come substrato utilizzo generalmente barck eventualmente mischiato con argilla espansa e sfagno reidratato per mantenere una maggiore umidità.
Ho credo capito invece che è possibile utilizzare lo sfagno vivo come substrato anche se non conviene economicamente.
Ma quali sono i vantaggi? E poi lo utilizzate come solo substrato o insieme ad altri materiali?


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MessaggioInviato: 15 giu 2008, 9:02 
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Cita:
Per quello che ho capito esso necessita di molta umidità e penso che dalle mie parti proprio in questo periodo potrebbe resistere solo nella sfagnera in quanto il caldo lo farebbe seccare molto facilmente,


Certo, con la sfagnera vai tranquillo, cresce e prospera. Se ne hai poco puoi conservarlo chiuso dentro un sacchetto per congelare, bagnato con acqua da osmosi, posto rigorosamente all'ombra (se no lo lessi) :)
Per quanto riguarda l'uso dello sfagno come substrato, ti rispondo per quanto posso, in attesa di qualcuno più esperto di me.
Il vantaggio dell'uso dello sfagno è che è un substrato che non si degrada, che non è facilmente attaccabile da muffe ed affini e che trattiene bene l'umidità. uest'ultmo fattore può diventare una lama a doppio taglio, con alcune piante. Lo sfagno vivo, però vive solo in presenza di molta acqua non tollera minerali e nutrienti quindi, se si concima, muore. In genere, quindi, si usa lo sfagno reidratato come substrato, a meno di coltivare piante dalle abitudini palustri o idrofile :)


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MessaggioInviato: 15 giu 2008, 10:10 
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Pelagia noctiluca ha scritto:
Il vantaggio dell'uso dello sfagno è che è un substrato che non si degrada, che non è facilmente attaccabile da muffe ed affini e che trattiene bene l'umidità. uest'ultmo fattore può diventare una lama a doppio taglio, con alcune piante. Lo sfagno vivo, però vive solo in presenza di molta acqua non tollera minerali e nutrienti quindi, se si concima, muore. In genere, quindi, si usa lo sfagno reidratato come substrato, a meno di coltivare piante dalle abitudini palustri o idrofile :)


Mmm, no, direi che gli svantaggi rispetto al tradizionale bark sono che lo sfagno si degrada più velocemente e quindi le piante vanno rinvasate più spesso, ogni anno, massimo 2 anni.
Inoltre costa assai di più della corteccia. Infine non va bene per tutte, ad esempio con le Cattleya non mi sono trovato un granchè.
Come vantaggio ha che le piante che ci si trovano bene, vanno ben più che spedite, inoltre ha un effetto di capillarità notevolissimo e quindi tutto il composto del vaso ha il medesimo 'tasso di umidità'. Se è asciutto in superficie, sarà asciutto anche sotto, per cui basta toccare la superficie dello sfagno per sapere quando annaffiare.
Infine ha naturali proprietà antifungine.

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MessaggioInviato: 15 giu 2008, 12:02 
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cmrlfv ha scritto:
Massimiliano, per quanto riguarda la talea mi consigli di interrarla in un vaso in platica o in un cestello in trech da me realizzato come meglio è venuto? Inoltre mi consigli con la possibilità di avere a disposizione molto spazio oppure il contenitore quale esso sia deve essere piuttosto stretto?

il vaso che hai usato più andar bene. È grandicello ma il vantaggio è che trattiene maggiormente l’umidità per questo rispondo anche alla domanda su “vaso in plastica o cestello?”, la plastica è più facile da gestire questo Bulbophyllum cresce bene restando sempre molto umido.
ad occhio mi sembra che il bark che hai usato sia un po' grandicello...

Giulio.f ha scritto:
... d'altronde anche il monossido di diidrogeno può essere mortale e causa un'infinità di danni, eppure ... 8)

Alcuni degli usi più conosciuti del Monossido di Diidrogeno sono: miglioramento delle prestazioni degli atleti
:D:D:D ghe mancaress!!!…che li fan morire disidratati!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

cmrlfv ha scritto:
Volevo chiederti inoltre se queste sono le dimensioni della pianta o se essa ha dimensioni maggiori da adulta.

Il bulbo più grande dei 3 che ci sono è quello adulto. Non aspettarti che cgli altri due crescano ma concima regolarmente che i prossimi getti saranno della dimensione adulta. È un bulbophyllum piuttosto piccolo con i fiori più grandi della pianta. Pseudobulbi anche molto piccoli sono fioriti ugualmente. È rifiorente dallo stesso pseudobulbo.

cmrlfv ha scritto:
Scusate tanto se non sono ferrato sulla materia sfagno.
Per quello che ho capito esso necessita di molta umidità e penso che dalle mie parti proprio in questo periodo potrebbe resistere solo nella sfagnera in quanto il caldo lo farebbe seccare molto facilmente, magari mi sbaglio.
Come substrato utilizzo generalmente barck eventualmente mischiato con argilla espansa e sfagno reidratato per mantenere una maggiore umidità.
Ho credo capito invece che è possibile utilizzare lo sfagno vivo come substrato anche se non conviene economicamente.
Ma quali sono i vantaggi? E poi lo utilizzate come solo substrato o insieme ad altri materiali?

Mettilo come ti ho detto in un vaso riempito per metà di quello che hai in casa come substrato a ph acido e tieni il vaso a mollo in acqua distillata- più facile di questo non ce n’è.

Pelagia noctiluca ha scritto:
Lo sfagno vivo, però vive solo in presenza di molta acqua non tollera minerali e nutrienti quindi, se si concima, muore.

Dalla mia esperienza diretta non mi risulta che concimando muoia(foto del terrario per credere…)

Secondo me in questo thread ci sono state dlle incomprensioni per il fatto che utilizzando la sola parola "sfagno" qualcuno pensa a quello vivo e qualcuno pensa a quello secco… ;)
mass

ps: aspettiamo le foto dei fiori schiusi!

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MessaggioInviato: 15 giu 2008, 12:37 
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Per quanto riguarda la granulometria del Bark hai perfettamente ragione sostituirò lo strato superiore con materiale più piccolo.
Per lo sfagno ho operato in maniera empirica e non so se corretta.
Ho preso infatti un contenitore in vetro e ho inserito per metà del suo volume del Bark. Ho messo dell'acqua distillata fino a metà dell'altezza del Bark ed ho adagiato su lo sfagno. Infine ho chiuso il contenitore con tappo a chiusura ermetica. Il tutto mi permette di garantire l'umidità grazie all'evaporazione e relativa condensa nel vetro dell'acqua inoltre con un piccolo movimento del contenitore posso far bagnare il bark.
Mi chiedevo se una illuminazione piuttosto blanda vada bene o no.
Aspettiamo e vediamo come va.


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MessaggioInviato: 15 giu 2008, 13:49 
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illuminazione anche un po' più che balanda aiuta ad accelerare la crescita dello sfagno. il sistema va bene secondo me ma ha la pecca che il bark tenderà a marcire. vai tranquillo al massimo ti regalerà dello sfagno qualche tuo "vicino" di casa... ;)
mass

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MessaggioInviato: 18 giu 2008, 21:49 
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Ci siamo quasi, il mio bulbophyllum sta quasi per sbocciare. A presto le foto e dopo impollinazioneeeee.
Mi toglierò il dubbio sulla possibile autoimpollinazione di questa pianta.
Cita:
Mi chiedo e vi chiedo: è possibile che due piante dello stesso genere possano essere una autoimpollinante e l'altra no? S e fosse così da cosa dipenderebbe questo fatto?

A presto.


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MessaggioInviato: 22 giu 2008, 11:02 
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Quale sono i passaggi che portano alla formazione di un retrobulbo?
Mi spiego meglio nel giro di un paio di giorni una foglia di in bulbo di quelli più vecchi è di colpo ingiallita, cosa potrebbe essere la causa una patologia o solo una situazione fisiologica che porterà alla formazione del retrobulbo.


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