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Il forum delle Orchidee
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MessaggioInviato: 5 gen 2010, 18:25 
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Ciao a tutti,

su richiesta di alcuni amici del forum vi racconto come coltivo le mie orchidee in idrocoltura passiva. Principalmente si tratta di Phalaenopsis, sia specie che ibridi, ma ho anche alcune Cattleye, Paphiopedilum, Dendrobium e Oncidium, sia specie che ibridi. Con l'idrocoltura la pianta riceve una fornitura costante di acqua, e se le altre condizioni sono buone, cresce a ritmi molto sostenuti:

Immagine

Un altro aspetto positivo e` che l'argilla espansa non si decompone mai, e un eventuale rinvaso consiste unicamente nell'aggiungere nuove palline in un vaso piu` grande, senza toccare le radici.

Il fatto che in genere le orchidee non amino avere i "piedi bagnati" non deve preoccupare, perche' in queste condizioni la pianta sviluppa radici adattate a crescere in ambienti umidi, e in realta` dopo un po' le radici passano per i fori del vaso e crescono direttamente dentro l'acqua:

Immagine

Idrocoltura passiva significa che non vi e` alcuna movimentazione della soluzione nutritiva, come ad esempio nel metodo ebb & flow o a scorrimento. Non essendoci alcuna parte meccanica in movimento la soluzione e` la piu` semplice (ed affidabile) possibile.

Uso in genere normali vasi trasparenti da orchidee, senza praticarvi buchi aggiuntivi, in quanto la soluzione non arriverebbe mai alle radici piu` in alto:

Immagine

questa e` una Cattleya ibrida.

Sotto al vaso, per avere una riserva di soluzione nutritiva ed evitare sprechi, uso un semplice sottovaso di plastica. Qui si notano i ganci per appendere la pianta ad una sbarra.

Come mezzo di sostegno uso argilla espansa a biglie rotonde, setacciandola in modo da avere la massima uniformita` possibile nel diametro. Questo e` importante per avere un'aerazione ottimale delle radici, punto cruciale per qualsiasi orchidea:

Immagine

(la moneta serve ad avere un'idea del diametro). Ho provato anche con altri tipi di argilla espansa, ma non mi sentirei di consigliare diametri inferiori o minore uniformita`.
E` inoltre importante lavarla bene prima di impiegarla.

Dato che l'argilla non fornisce alcun macroelemento nutritivo, la scelta del fertilizzante e` molto importante. Dopo qualche ricerca, ho trovato che alla Michigan State University era stato sviluppato un fertilizzante universale per acqua da osmosi o piovana, e che il Manna, molto piu` facile da trovare (al garden costa 6 € per 1 kg), ha una formulazione molto vicina:

Immagine


Un aspetto interessante e` che lo studio ha rivelato l'importanza di avere sempre calcio e magnesio.
Fertilizzo ad ogni annaffiatura, con una dose piuttosto diluita (circa la meta` del normale per orchidee, 0.5 g/L, o 25 ppm di azoto). Per facilitare il compito mi sono preparato una soluzione concentrata, che ho messo in un vecchio flacone di fertilizzante risciacquato, in modo che mi basti diluire un tappo in quattro litri (il volume della pompetta a spruzzo che uso per bagnare le radici).
Ogni tre annaffiature uso acqua pura, in modo da eliminare eventuali depositi salini. Qualche volta faccio anche percolare l'acqua attraverso il vaso, senza sottovaso.

Come e quando trasferire le orchidee in idrocoltura? A mio parere il fattore piu` importante per deciderlo e` che le piante siano giovani o adulte (mai appena sfiascate), in crescita attiva, con radici sane, e con almeno alcune radici nuove o con punte in crescita. Altrimenti la pianta fa molta fatica e potrebbe anche morire.
Il periodo migliore alle nostre latitudini e` la primavera, quando la pianta e` gia` in ripresa vegetativa (direi piu` o meno da aprile in poi).

Si adattano con maggior facilita` le piante precedentemente cresciute in sfagno puro o in un composto umido, un po' meno facilmente quelle in corteccia (ma ho avuto buoni successi comunque). E` importante tenere la pianta trasferita in un ambiente caldo e non troppo luminoso, per minimizzare lo stress.

Le radici in crescita, le piu` importanti per l'adattamento della pianta, per forza di cose stanno in cima al vaso, e la capillarita` dell'argilla non e` sufficiente a tenerle umide:

Immagine

In effetti nel vaso si possono distinguere diverse zone in funzione della distanza dal sottovaso, via via meno umide. Per favorire la crescita delle radici in superficie conviene quindi inumidirle un poco una volta al giorno. E` importante dare acqua da sopra e non dal recipiente che sta sotto, per lavare via i residui di sale e per inumidire le zone piu` secche.
Per la frequenza, mi regolo in modo da non lasciare mai seccare completamente l'acqua nel sottovaso, ma la lascio scendere un po', in modo da poter spruzzare le radici in cima. In realta`, una volta che le radici si sono adattate, non ci sono pero` problemi di sotto- o sovraannaffiatura.


In alcuni casi si possono verificare crescite eccessive di alghe, sotto forma di mucillagini: una spruzzata di ossicloruro di rame e` sufficiente ad eliminarle.

Per concludere, una fioritura in idrocoltura recente:

Immagine

Se qualcuno fosse interessato e avesse qualche domanda, ben volentieri.

Ciao a tutti

Silvio

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Silvio - Trento


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MessaggioInviato: 5 gen 2010, 19:13 
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Iscritto il: 25 mar 2007, 20:29
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Grazie mille per averci raccontato la tua esperienza!
E poi mi hai dato un grandissimo consiglio per eliminare le alghe (ossicloruro di rame) senza dover coprire il vaso per oscurarlo.
Grazie mille! :wink:

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Ste


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MessaggioInviato: 5 gen 2010, 20:53 
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Località: Trento
Ciao Stefano,

di niente, spero che possa essere utile... di sicuro a me l'idrocoltura ha tolto un bel po' di castagne dal fuoco... :-) continua così, ciao

Silvio

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Silvio - Trento


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MessaggioInviato: 5 gen 2010, 21:04 
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Grazie Silvio e grazie anche a Stefanobona (seguo anche il suo post) , i prossimi giorni provo con una mini phal che ora sta in sfagno.

ciao stef

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Se vuoi patire le pene dell' inferno, vai a Trento d' estate e Feltre d' inverno!


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MessaggioInviato: 5 gen 2010, 21:09 
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Iscritto il: 7 feb 2007, 22:31
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Località: Alto Adige
Grazie Silvio... questo reportage è davvero meraviglioso!
In primavera proverò a mettere in idrocultura alcune delle piante che adesso coltivo in sfagno.
Magari la prossima volta che mi capita prendo una masdevallia floribunda per provare l'idrocultura anche sulle masdevallie


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MessaggioInviato: 6 gen 2010, 0:32 
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Iscritto il: 23 mag 2006, 22:20
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Località: trentino
ciao Silvio , hò portato in associazione la possibilità di coltivare con questa tecnica facendo un paio di dimostrazioni , la cosa è stata accolta un'pò freddamente , hò poi riportato dopo due mesi la pianta in questione per far vedere la crescita delle nuove radici ,e qui la cosa incomincia ad interessare di più. ora la riporterò in fiore dato che ha fatto due steli , però non tanto vigorosi ,forse hò fertilizzato poco.
sono contento nel vedere che anche tu esperimenti questa tecnica , tecnica che a parer di molti dopo un paio di anni di coltivazione è destinata a fallire.
a primavera provo con un paio di altre piante , grazie per il reportage .
a presto Claudio .


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MessaggioInviato: 6 gen 2010, 13:31 
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Iscritto il: 20 feb 2006, 12:20
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Ciao a tutti,

grazie dei vostri commenti, sono contento se qualcuno di voi vorra` provare questo metodo.

@ Claudio: Volevo sottolineare che per me l'idrocoltura non e` piu` un esperimento, ma una tecnica ormai pienamente a regime, che mi sta dando ottimi risultati.
Le piante crescono piu` in fretta, piu` robuste e con meno problemi, e i fiori sono piu` freschi e durano di piu`. Per quanto riguarda la durata, ormai ho piante al quinto anno in idrocoltura, e l'unico "problema" che mi stanno dando e` che diventano troppo grandi!

Ho pubblicato alcune foto nella discussione http://www.orchidando.net/forums/viewtopic.php?t=6952, ma sono in attesa delle nuove fioriture primaverili, che si annunciano molto buone. Tra parentesi, non ho messo la foto del mio Onciudium Twinkle Red (era troppo delicato da spostare), che in idro quest'anno ha portato sei spighe.

Ciao a tutti

Silvio

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MessaggioInviato: 6 gen 2010, 13:58 
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Molto interessante. L'obiezione che spesso viene fatta alla coltivazione in idrocoltura è appunto la durata delle piante nel tempo, ma se sei al 5° anno, significa che non è la tecnica a non essere valida, ma qualche parametro che ad altri coltivatori è sfuggito.

Che dire, anche qualche piantina delle mie finirà tra le palline di argilla, con la sua gemellina a fianco in tradizionale bark e sfagno.

Grazie per aver riportato la tua esperienza. :P

Domanda: hai provato anche il passaggio inverso, ovvero mettere una pianta cresciuta in idrocoltura in bark e sfagno?

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L'amico è una persona che ignora la palizzata rotta e ammira i fiori del tuo giardino

http://www.youtube.com/watch?v=U-wHL_Bp6N0


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MessaggioInviato: 6 gen 2010, 15:40 
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celtico ha scritto:
Molto interessante. L'obiezione che spesso viene fatta alla coltivazione in idrocoltura è appunto la durata delle piante nel tempo, ma se sei al 5° anno, significa che non è la tecnica a non essere valida, ma qualche parametro che ad altri coltivatori è sfuggito.


Si`, lo penso anch'io. Tra parentesi le mie piante al quinto anno sono le piu` grandi e fiorifere che io abbia. Tra queste c'e` anche una P. bellina. Ad ulteriore sostegno dell'idro ci sono decine di persone che la usano con successo da anni in USA e qualcuno anche in Francia.

Per quanto riguarda possibili errori, credo che uno sia quello di voler usare fertilizzanti a base di urea, che non potendo venir assorbita in un substrato privo di batteri nitrificatori (ma per questo anche privo di parassiti e insetti :-) ) si accumula, ed a lungo andare secondo me puo` diventare tossica per le piante. Bisogna assolutamente evitare fertilizzanti con azoto ureico, ed usarne solo con azoto nitrico ed ammoniacale.

Un altro e` di voler usare acqua di rubinetto per l'idrocoltura, cosa non possibile, o di non pensare ogni tanto a lavare via eventuali sali accumulatisi nell'argilla.

Cita:
Grazie per aver riportato la tua esperienza. :P


di niente :-) ...

Cita:
Domanda: hai provato anche il passaggio inverso, ovvero mettere una pianta cresciuta in idrocoltura in bark e sfagno?


No, innanzitutto perche' non ne vedrei il motivo; e poi la pianta soffrirebbe parecchio, in quanto le radici adattate alla vita nell'acqua sono molto diverse da quelle solite, aeree, delle orchidee; di conseguenza quelle "acquatiche" probabilmente morirebbero tutte, e la pianta ne dovrebbe rifare di nuove, con il rischio di restarci secca :-)

Ciao

Silvio


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MessaggioInviato: 6 gen 2010, 16:54 
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silvio ha scritto:
No, innanzitutto perche' non ne vedrei il motivo; e poi la pianta soffrirebbe parecchio, in quanto le radici adattate alla vita nell'acqua sono molto diverse da quelle solite, aeree, delle orchidee; di conseguenza quelle "acquatiche" probabilmente morirebbero tutte, e la pianta ne dovrebbe rifare di nuove, con il rischio di restarci secca :-)


Lo supponevo. Mi interessava per sapere se l'idrocoltura si possa utilizzare come trattamento momentaneo o comunque limitato nel tempo. Dal tuo ragionamento, una volta intrapresa la strada dell'idrocoltura, non si torna indietro.

Scusami, ma ho un'altra curiosità: che temperature hai in inverno? Mi interesserebbe per capire se questo metodo di coltivazione rende la pianta più sensibile alle basse temperature.

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MessaggioInviato: 7 gen 2010, 16:02 
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celtico ha scritto:
Lo supponevo. Mi interessava per sapere se l'idrocoltura si possa utilizzare come trattamento momentaneo o comunque limitato nel tempo. Dal tuo ragionamento, una volta intrapresa la strada dell'idrocoltura, non si torna indietro.


Si`, hai ragione. Del resto, le radici in molti casi aderiscono fortemente alle palline di argilla espansa, molto porose, e staccarle sarebbe impossibile. E, come gia` detto, l'idrocoltura non e` consigliabile per una pianta con problemi. In quel caso e` da consigliarsi lo sfagno puro, meglio se della Nuova Zelanda. E` cosi` che ho recuperato parecchie piante, Paphiopedilum inclusi.

Cita:
Scusami, ma ho un'altra curiosità: che temperature hai in inverno? Mi interesserebbe per capire se questo metodo di coltivazione rende la pianta più sensibile alle basse temperature.


La mia minima e` intorno ai 17 gradi, perche' ho parecchi ibridi di violacea, amboinensis e micholitzii che non resisterebbero sotto.

Ciao

Silvio

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la mini phal è tra le palline di argilla, purtroppo sono col pc di scorta e non mi riesce di scaricare le foto..... più avanti aggiornerò eventuali cambiamenti!

ciao stef.

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Bene, anche se forse sarebbe stato meglio attendere la primavera... tienla ben al caldo, mi raccomando, e non esagerare con l'acqua... facci sapere come ti va.

Ciao

Silvio

stefanodm ha scritto:
la mini phal è tra le palline di argilla, purtroppo sono col pc di scorta e non mi riesce di scaricare le foto..... più avanti aggiornerò eventuali cambiamenti!

ciao stef.

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Ciao!
Io ho provato a mettere phal in SH in ogni periodo dell' anno...adesso basta stare attenti a abituare le vecchie radici all' umidità più alta (aggiungendo acqua nella "riserva" o meno;si può anche vaporizzare solamente) e poi con la ripresa vegetativa mantenere il livello dell' acqua come al solito. :wink:
Per esempio una phal che ho rinvasato quest' estate, dato che aveva radici in crescita, ho potuto tenere il livello dell' acqua fino ai buchi senza che le radici marcissero.

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Ciao Stefano,

ti credo, pero` va detto che alcune varieta` di Phalaenopsis sono tolleranti dei cambiamenti di condizioni e si possono mettere in idro quando si vuole; con altre, siano esse specie o ibridi complessi, e` necessario muoversi con grande cautela, ed attendere il periodo di crescita piena della pianta. Alcuni ibridi di Joseph Wu, da esempio per la mia esperienza sono piu` difficili da far crescere, anche in sfagno, di molte specie di Phal ;-) : per esempio la mia hyerogliphica non mi ha dato alcun problema, pur passando da corteccia, al contrario della Sogo Rose di Wu...

Ciao

Silvio


stefanobona ha scritto:
Ciao!
Io ho provato a mettere phal in SH in ogni periodo dell' anno...adesso basta stare attenti a abituare le vecchie radici all' umidità più alta (aggiungendo acqua nella "riserva" o meno;si può anche vaporizzare solamente) e poi con la ripresa vegetativa mantenere il livello dell' acqua come al solito. :wink:
Per esempio una phal che ho rinvasato quest' estate, dato che aveva radici in crescita, ho potuto tenere il livello dell' acqua fino ai buchi senza che le radici marcissero.

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