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Epipactis palustris http://www.orchidando.net/forum/viewtopic.php?f=3&t=7463 |
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Autore: | cristian [ 11 mag 2010, 11:28 ] |
Oggetto del messaggio: | Epipactis palustris |
Ciao a tutti! L'ho acquistata ad orticola, voglio provare a cimentarmi nella coltivazione delle specie terricole autoctone. Se qualcuno ha esperienza con tale pianta, mi piacerebbe saperne di più. Buona giornata |
Autore: | FrS [ 24 giu 2010, 11:36 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: Epipactis palustris |
Ciao, non ho mai coltivato orchidee nostrane ma ti posso comunque dire che in natura quest'orchidea vive (come dice il nome) in zone piuttosto umide, come acquitrini, paludi e prati umidi. Cresce dal livello del mare fino a 1400 metri di altezza. Ti consiglio quindi di tenerla sempre piuttosto umida e con temperature nostrane, con massime estive sui 30°C e minime invernali che non vadano sotto i 4°C. Ciao Francesco |
Autore: | FrS [ 24 giu 2010, 13:28 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: Epipactis palustris |
Dimenticavo: Mezz'ombra. Ciao Francesco |
Autore: | Ronin [ 24 giu 2010, 19:35 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: Epipactis palustris |
Mi era sfuggito questo post, comunque per esperienza diretta posso dire che è una specie decisamente facile: pieno sole o comunque per almeno 4-5 ore al giorno, composto a prevalenza minerale, con una buona componente calcarea, sempre bagnato fradicio (sottovaso con acqua); acqua di irrigazione tranquillamente di rubinetto. Rusticità completa, regge tranquillamente molti gradi sotto lo zero: sopravvissuta benissimo e senza alcun danno a -12°C, credo che almeno fino a -15 non abbia nessun problema neppure in vaso. |
Autore: | FrS [ 24 giu 2010, 23:40 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: Epipactis palustris |
Ronin ha scritto: Mi era sfuggito questo post, comunque per esperienza diretta posso dire che è una specie decisamente facile: pieno sole o comunque per almeno 4-5 ore al giorno, composto a prevalenza minerale, con una buona componente calcarea, sempre bagnato fradicio (sottovaso con acqua); acqua di irrigazione tranquillamente di rubinetto. Rusticità completa, regge tranquillamente molti gradi sotto lo zero: sopravvissuta benissimo e senza alcun danno a -12°C, credo che almeno fino a -15 non abbia nessun problema neppure in vaso. Non credevo che in vaso resistesse a queste temperature... Wow. |
Autore: | FrS [ 25 giu 2010, 10:45 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: Epipactis palustris |
Ciao. Oggi c'ho ragionato su bene. E' vero che può resistere a temperature di parecchio sotto lo zero: vivendo fino a 1400 m di altitudine! Io avevo ragionato con le temperature del Garda, scusatemi. Ciao Francesco |
Autore: | cristian [ 25 giu 2010, 14:10 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: Epipactis palustris |
Non speravo più che qualcuno mi rispondesse! grazie!!! La mia è fuori sul balcone, esposto a est, prende il sole diretto praticamente dall'alba fino all'1:30 circa; è in una fioriera assieme a dei gerani, ma li ho disposti per non ombreggiarla. Ho letto che vive in prati umidi vicino a paludi o torbiere, non fradici d'acqua ma sempre umidi, per cui non ho messo il sottovaso con acqua: se non soffre con il terreno zuppo, allora lo metterò. Per quanto riguarda il substrato, non ho rinvasato e il composto credo che sia costituito da terriccio e vermiculite sia a scaglie che granulare: va modificato? Purtroppo ha subito attacchi da afidi e dal gatto, che le ha rovinato qualche foglia: verso l'apice della pianta gli internodi sono più corti rispetto alla base, è normale? La pianta ha 2 vegetazioni alte circa 10 cm e una in formazione. Ultima cosa, la concimazione deve essere minima come per i cypripedium o magari molto diluita ma frequente? Grazie ancora Ciao |
Autore: | Ronin [ 25 giu 2010, 18:54 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: Epipactis palustris |
Per l'esposizione, direi che è ok. Per il gatto magari evita che il prossimo anno la attacchi : se i danni meccanici si ripretono troppo spesso le terricole non vanno molto bene, sono piuttosto suscettibili ai danneggiamenti che subiscono durante la stagione vegetativa. Gli afidi sono un problema, anche se la palustris non è molto colpita rispetto ad altre epipactis (la veratrifolia e la gigantea li attirano di più, mi pare): in ogni caso basta un po' di confidor e spariscono. Per il composto, io uso una miscela fatta "a caso" composta da sabbia grossolana, lava e pomice fini (poco di entrambe), perlite, poca vermiculite (10% circa), graniglia calcarea (tipo grit per uccelli), seramis (pochissima), ghiaino par acquari (molto poco); in tutto circa l'80-90%, il resto terriccio per semine (cioè fine), il tutto una volta miscelato si presenta come un composto minerale piuttosto fine appena "sporcato" di terriccio. In ogni caso, non va assolutamente toccata mentre è in vegetazione, ma quando è in riposo (io in genere con le epipactis rinvaso un po' avanti nella stagione, giusto qualche settimana prima che rispuntino). Per la concimazione... per anni ho concimato in dose moooolto diluita (tipo 0,2 g/l) e sporadicamente (forse 2-3 volte in una stagione); da un paio metto solo alcuni grani di concime a lenta cessione (6 mesi) sulla superficie del composto all'inizio della stagione perchè è più comodo, ma mi pare che entrambi i metodi siano equivalenti. Ultima cosa: è assolutamente normale che gli internodi siano più brevi verso l'apice. P.S.: la palustris è tipica di ambienti paludosi alcalini, ma non di torbiere (se non a torba nera, quindi basiche). |
Autore: | cristian [ 4 lug 2010, 13:00 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: Epipactis palustris |
Grazie ronin! in effetti mi domandavo anche io come facessero a crescere in torbiere... se ne trovano di cavolate in rete! Proverò l'anno prossimo a cambiare composto, magari prendendo spunto dalla tua miscela. Grazie ancora Ciao |
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