Orchidando.forum

Sophronitis di Carlos....

Mi è venuta un'idea riflettendo su soluzioni simili di cui ho sentito parlare:

questo è un salvadanaio di coccio, coperto con sottile strato di sfagno e pezzettini di bark tenuti da una rete trasparente.



Il salvadanaio è pieno d'acqua pura eventuali concimazioni solo dall'esterno. Lo sfagno resta umido ma non fradicio. Posizione: esterno con tenda ombreggiante, se piove troppo e se la notte è troppo freddo la ritiro in casa.

che ne pensate di una soluzione così per una Sophronitis??? La pianta sta buttando fuori una radice ora speriamo bene ma sono un po' timoroso.

Avete fatto esperienze simili e se si con quali specie?

ciao iacopo.
bella pensata questa,io l'ho messa in vaso di coccio con carbone e bark.tienici informati sull'evorversi dei fatti a presto

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contro il malumore,regalati un fiore:-)

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Caro Iacopo, non ho capito una cosa: lo sfagno resta umido anche senza nebulizzarlo, riesce quindi ad umidificarsi solo con la traspirazione del coccio???

Beh, sai...questo esperimento è già stato fatto da molti, compreso me, e non è andato bene a nessuno.
Il coccio non riesce a trasmettere umidità sufficiente allo sfagno per farlo restare umido, quindi bisogna nebulizare dall'esterno allo stesso modo in cui si farebbe ocn una normalissima zattera di sughero (che certamente pesa di meno e non ci vuole mezza giornata per costruirla...)

Poi mi sembra che il tuo salvadanaio sia di terracotta molto lavorata, con una superficie molto liscia e quindi il materiale è compatto e traspira poco. Per fare in mdo che anche il supporto si impregni di acqua bisogna usare una terracotta molto grezza e porosa, tipo i mattoni forati per le murature (alcuni tipi, quelli più grandi).

Se vuoi ottenere un risultato migliore devi fare dei piccolissimi buchi col trapano e far passare da questi una striscia di spugna che vada a pescare l'acqua direttamente nel salvadanaio e la trasmetta allo sfagno.
Ma in questo modo lo sfagno sarebbe sempre bagnato e non so fino a che punto questo possa essere gradito alla pianta.
A limite potresti regolare tu la quantità d'acqua in base alle necessità: nei giorni estivi tieni il vaso pieno e in inverno metti l'acqua solo quando lo fagno comincia ad asciugare...
Ma se vuoi il mio parere sincero non credo sia una buona soluzione. Io preferisco che le piante subiscano dei cicli di asciutto-bagnato come succede in natura. Tenerle sempre bagnate non mi convince (tranne casi particolari).

E questa è una soluzione che in partenza si prefigge lo scopo di NON dover intervenire spesso per le bagnature, quindi puoi adottare iverse soluzioni ma resta il fatto che lo sfagno sarebbe o sempre bagnato oppure asciugherebbe e andrebbe reidratato (ed in questo secondo caso non vedo più l'utilità del salvadanaio, anzi, lo trovo un ingombro ed una perdita di tempo).

Non mi ricordo dove ne ho parlato, ma se trovi la mia spiegazione sulle zattere imbottite di sfagno all'interno, pensaci...è quanto di meglio abbia potuto sperimentare per evitare la disidratazione eccessiva.

fil.

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Io ...E tu?

Grazie Filippo per l'articolatissima risposta!

Certo il mio era un tentativo di sfangarmi un po' di bagnetti quotidiani alla zattera

Lo sfagno non asciuga completamente resta sempre leggermente umido, il coccio che ho utilizzato è artigianale e poroso, facendo una prova di alcuni giorni la cosa mi sembrava possibile ... poi ho cominciato a nutrire dubbi perchè l'acqua che filtra è sempre la stessa quantità e invece fuori la temperatura non è sempre la stessa e va a finire che proprio quando la temperatura è più bassa l'umidità diviene troppa...

Quindi mi sa che smonto tutto mi vado a vedere le zattere "farcite"

grazie ancora

Ciao Iacopo,
durante la mia errabonda navigazione ( causa arrivo in casa di Sophronitis coccinea su zattera! ) ho trovato un paio di sitini attinenti alla tua idea, ti avevo letto ormai parecchi mesi fa. Così eccomi qua. Forse potrebbero interessarti:

1.
http://page10.auctions.yahoo.co.jp/jp/auction/m57502630

( pagina di un' asta terminata, non ho trovato di meglio..scorri in giù)
Vasi di questo genere ( riempiti di acqua) pare venissero storicamente utilizzati per la coltivazione di epifite come Neofinetia falcata e Dendrobium moniliforme, nonchè per terricole ( previo applicazione esterna di substrato adatto) come Ponerochis graminifolis e non solo orchidee.

ma questo in particolare mi è saltato all'occhio
2.
http://www.ne.jp/asahi/orchid/sophronit ... D%E5%9F%B9
( è la pagina riguardo le tecniche di coltivazione di una homepage monotematica sulle Sophronitis, di un orchidofilo nippo...alcune pagine sono anche in inglese!)

ed anche qui, scorri in giu': ci sono due foto di due S. cernua montate su campane di cotto. L'autore indica come tale soluzione sia molto indicata particolarmente per le S.cernua. Evita marciumi. Nota bene che la superficie esterna del cotto è smaltato, in quanto asserisce ( l'autore) come l'alghetta verde che si forma sulla superficie porosa del cotto non sia gradita alle ragazze.
Non parla di applcazone di sfagno (mah?), mentre per le zattere di sughero sì.
Annaffiature: mattina e sera, e/o vaporizzazioni.
(Ci vedo un vantaggio dell'utilizzo del cotto smaltato: non assorbe molto i sali delle concimazioni... no?)

Sì, l'idea tua era di cercare una soluzione a piu' bassa manutenzione.
Quindi traggo le mie conclusioni: una via di mezzo tra le due?
Ossia, visto che la Sophronitis ha bisogno di subtrato asciutto tra le annaffiature, non si potrebbe provare il vaso di coccio, senza sfagno attorno, con quantitativo di acqua misurata..chessò, che venga assorbita o evapori dopo un tot?
Ossia, utilizzare un vaso idoneo per tipologia argillosa e metodo di cottura ( a bassa temperatura, rimane piu' porosa, in alcuni casi anche da far gocciolare l'acqua del vaso pieno).

Scusate son stata lunga!!
Amichevolmente, Pepita